I formaggi e il vitigno Ribona, le Marche
ancora al top del food: i consigli del Corriere
per i peccati di gola a casa o al ristorante

Mercoledì 20 Settembre 2023, 08:56 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 11:28 | 3 Minuti di Lettura

La Guida sommelier premia Cantina Fontezoppa: i cinque grappoli ornano Ribona Asole 2019

Spesso, nel mondo del vino, si tende a non dare adeguata importanza alle piccole produzioni e alle denominazioni meno altisonanti. Tuttavia, proprio da qui giungono le sorprese più gradite, in grado di solleticare le attenzioni dei palati più esigenti. È il caso dei Colli Maceratesi Ribona Asola 2019, punta di diamante di Cantine Fontezoppa, che ha ricevuto i Cinque Grappoli della Guida Bibenda 2024, redatta dalla Fondazione Italiana Sommelier.

I focus produttivi

Da sempre Cantine Fontezoppa, con i suoi 41 ettari vitati, ha due focus produttivi: nella zona di Civitanova Marche si coltiva una Ribona dai sentori marini, mentre andando verso le montagna, a 500-600 metri di altitudine, si produce la Vernaccia nera. «Asola è l’inizio di un grande progetto - spiega Mosè Ambrosi, amministratore di Cantine Fontezoppa - che ha l’ambizione di portarci allo sviluppo di una riserva dal gusto internazionale. Per ora abbiamo prodotto solo 1207 bottiglie, ma l’obiettivo è quello di incrementare la produzione in futuro». Un vino sapido con grande bevibilità, che al naso porta con sè note di fiori gialli, buccia d’agrumi, pesca ed un delicato tocco di vaniglia. Ottenuto da uve Maceratino (o Ribona), viene prima affinato per 18 mesi in barrique e poi almeno altri sei in bottiglia; Asola prende il nome dal torrente che definisce il confine di Civitanova Marche da Porto Potenza Picena. Da qui provengono le uve che permettono la realizzazione di questo importante vino, la cui annata 2019 è stata foriera di soddisfazioni, ottenendo anche la medaglia Gold ai The WineHunter Award di Merano e i 93 punti di recensione sul portale www.winescritic.com. «I Cinque Grappoli Bibenda non sono solo un traguardo importante, ma per noi rappresentano un momento speciale: poter far conoscere i vini autoctoni delle Marche» afferma ancora Ambrosi, che aggiunge: «Questo discorso vale in particolare per la Ribona, un gioiello che parla di noi, della storia locale e del futuro del nostro settore. Ribona è sinonimo di tradizione, di territorio, ma è un anche vitigno prezioso e da valorizzare, viste le sue grandissime potenzialità. Chiunque assaggia questa Doc, rimane del resto ammaliato dalle sue note iodate, dal suo colore intenso e dalla longevità che queste uve sanno regalarti».

Il vitigno

La Ribona è un vitigno che, in passato, si riteneva avesse una stretta parentela genetica con il Verdicchio, ma che altri studi hanno riportato come molto più vicino al Greco, in virtù di una serie di scambi commerciali avvenuti tra la Campania e Le Marche. Qui da noi ha preso il nome di Ribona, poichè “due volte bona”, come amavano dire i contadini che per primi piantarono questo vitigno. La sua grande longevità è la caratteristica che ci permette, oggi, di apprezzare vini che hanno anche 15 anni di vita; impressionante anche la sua mineralità, da apprezzare con l’evolversi degli anni e che si esprime con note di idrocarburi, zolfo, pietra focaia e sale. Un vino da gustare col sushi e con i piatti a base di pesce, ma che, nel caso di Cantine Fontezzoppa, possiamo assaporare in diverse varianti: dalla freschezza di Altabella, affinata per un anno in acciaio, alla preziosa bolla del Metodo Classico, fino alla complessa acidità di Iodio, l’ultima creazione dell’azienda civitanovese.

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