Canzone dei Pink Floyd ricreata «leggendo» l'attività del cervello umano con l'intelligenza artificiale: ecco come hanno fatto gli scienziati

Riprodotta "Another Brick in the Wall (Part 1)" basandosi sui dati raccolti monitorando l'attività cerebrale di 29 pazienti affetti da epilessia

Canzone dei Pink Floyd ricreata "leggendo" l'attività del cervello umano usando l'intelligenza artificiale: ecco come hanno fatto gli scienziati
Canzone dei Pink Floyd ricreata "leggendo" l'attività del cervello umano usando l'intelligenza artificiale: ecco come hanno fatto gli scienziati
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Mercoledì 16 Agosto 2023, 08:28

Ricreare una canzone dei Pink Floyd analizzando l'attività del cervello umano attraverso l'uso dell'intelligenza artificiale. È quanto sono riusciti a fare gli scienziati che hanno pubblicato i risultati di uno studio che ha "registrato" il brano dal cervello di 29 pazienti affetti da epilessia all'Albany Medical Center nello Stato di New York dal 2009 al 2015.

Canzone dei Pink Floyd ricreata dall'attività del cervello con l'IA

In pratica i ricercatori hanno "addestrato" un computer ad analizzare l'attività cerebrale dei pazienti che ascoltavano la musica. Basandosi solo su quegli schemi neuronali, l'intelligenza artificiale ha ricreato la canzone.

E gli scienzati sono stati quindi in grado di riprodurre una versione riconoscibile della canzone dei Pink Floyd del 1979, "Another Brick in the Wall (Part 1)". «Ora possiamo "ascoltare" il cervello e riprodurre la musica che una persona ha sentito», ha raccontato Gerwin Schalk, il neuroscienziato che dirige un laboratorio di ricerca a Shanghai e ha raccolto i dati per questo studio.

Lo studio

I ricercatori hanno anche individuato un punto nel lobo temporale del cervello che ha reagito quando i volontari hanno ascoltato le note del groove di chitarra della canzone. E hanno dedotto che questa particolare area possa essere coinvolta nella percezione del ritmo.

A cosa può servire

I risultati della ricerca lasciano pensare che si possano muovere i primi passi verso la realizzazione di dispositivi sempre pià precisi per assistere le persone che non possono parlare. Negli ultimi anni, gli scienziati hanno compiuto importanti progressi in questo campo. E ora, comprendendo meglio come il cervello "metabolizza" la musica, si spera di costruire nuove "protesi vocali" per le persone con malattie neurologiche che colpiscono la capacità di produzione vocale. L'obiettivo è che questi dispositivi trasmettano non solo ciò che qualcuno sta cercando di dire, ma conservino parte della musicalità, del ritmo e dell'emozione del discorso organico.

La canzone scelta

La scelta della canzone dei Pink Floyd è stata dettata da un semplice motivo: piaceva ai pazienti più anziani. Inoltre, la canzone contiene 41 secondi di testo e due minuti e mezzo di riff strumentali: una combinazione utile per capire come il cervello elabora le parole rispetto alla melodia.

Analizzando i dati di ogni paziente sono state identificate le parti del cervello che si illuminavano durante la canzone e a quali frequenze reagivano queste aree. Proprio come la risoluzione di un'immagine dipende dal suo numero di pixel, la qualità di una registrazione audio dipende dal numero di frequenze che può rappresentare. Per ricostruire in modo leggibile "Another Brick in the Wall", i ricercatori hanno utilizzato 128 bande di frequenza. Ciò significava addestrare 128 modelli di computer, che collettivamente hanno messo a fuoco la canzone.

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