Pesaro, oratorio delle Zoccolette: via libera al progetto per 13 alloggi popolari e spazi socio sanitari

Pesaro, oratorio delle Zoccolette: via libera al progetto per 13 alloggi popolari e spazi socio sanitari
Pesaro, oratorio delle Zoccolette: via libera al progetto per 13 alloggi popolari e spazi socio sanitari
di Letizia Francesconi
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Martedì 5 Dicembre 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 12:06

PESARO - Ora si può partire con il recupero storico-strutturale del rudere di via della Vetreria ex oratorio della Misericordia, meglio conosciuto come oratorio delle Zoccolette, per trasformarlo in mini alloggi popolari a edilizia agevolata e spazi socio-sanitari. La Conferenza di Servizi è stata l’ultimo atto di un percorso partito oltre un anno fa che si è concluso con parere favorevole e nulla osta per il rilascio ad Erap Marche del permesso di costruire. In realtà la vicenda si trascinava da oltre 6 anni tra incidenti di percorso e contestazioni. 

Le modifiche

Nelle precedenti Conferenze di servizi, tanto è stato modificato rispetto al progetto originario firmato dall’architetto fanese Veronica Balsomini. Questo anche grazie alle osservazioni presentate dal comitato di cittadini e professionisti “Pesaro Città d’Arte e Cultura” di cui sono parte solo per citare alcuni nomi il conte Alessandro Marcucci Pinoli, Giovanna Maria Giordano, Roberto Malini e l’architetto Achille Paianini. Nell’agosto scorso Erap, ente per le case popolari, aveva presentato in Comune domanda per il rilascio del permesso a costruire. Il 16 ottobre scorso è stata approvata la delibera di giunta del piano di recupero-variante non sostanziale dell’ex oratorio della Misericordia. Ora Erap può procedere alla gara di appalto per il restauro del contenitore entro il 31 dicembre.
Il disegno interno
Il cantiere all’angolo fra via della Vetreria e via della Battaglia potrebbe così partire entro marzo 2024.

All’interno come da piano approvato, 13 alloggi, un hub per la socialità, servizi educativi e spazi di co-working progettato dalla cooperativa Labirinto, oltre a locali da adibire ad ambulatori o comunque con destinazione socio-sanitaria. Il budget lo ricordiamo è consistente: 700 mila euro di fondi Erap regionali per l’acquisizione del complesso abbandonato a cui si aggiungono circa 3 milioni 700 mila euro di fondi misti fra PinQua (qualità dell’abitare) e Pnrr. roprio pochi giorni fa, il primo dicembre, anche la Soprintendenza Speciale per il Pnrr, un ufficio generale straordinario del Ministero della Cultura, ha autorizzato il recupero e le opere preventivate. Il piano di trasformazione dell’ex complesso dovrà rispettare in via prioritaria le prescrizioni della Soprintendenza ai Beni Architettonici. Ecco come sarà: il recupero architettonico della chiesetta-oratorio opera di Gianandrea Lazzarini, sarà effettuato a regola d’arte come deciso dalla Soprintendenza. 


Il percorso


«Un percorso lungo e complesso anche per noi membri del comitato Pesaro Città d’Arte e Cultura – spiega il portavoce Roberto Malini – abbiamo comunque ottenuto diverse modifiche in corso d’opera rispetto al primo progetto. Il complesso sarà infatti restaurato con un intervento che porrà l’oratorio, in primo piano per percorsi d’arte e cultura, essendo questa l’ultima chiesa superstite del Lazzarini. Negli spazi dell’ex chiesetta al piano terra, che verranno riportati alla loro bellezza originaria, verrà realizzato un centro culturale polifunzionale dove si terranno piccoli concerti classici e mostre d’arte. Sono previsti anche piccoli locali socio-sanitari a cui si accederà da via della Battaglia mentre i mini appartamenti che scendono a 13, saranno compresi fra i 30-35 metri quadri».
Cancellato in sede di Conferenza di Servizi il progetto di una struttura o casupola di 35 metri quadri nella corte interna per non modificare l’impatto originario dello storico edificio dal momento che Erap aveva chiesto un surplus di volume e superficie. 


Le osservazioni


«Grazie alle osservazioni presentate a suo tempo dal comitato – prosegue Malini – è stata cancellata la previsione di ricavare posti auto nell’altra corte del ‘700 opera di Tommaso Bicciaglia allievo del Lazzarini, e si è rinunciato anche al progetto di un centro sociale comunale, ma non è stata accolta dalla Soprintendenza la nostra proposta per mantenere aperti la corte interna del complesso e il giardino alla collettività».

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