Pesaro, San Domenico, partono i lavori. Tempi stretti, restauro in 2 anni

San Domenico, partono i lavori. Tempi stretti, restauro in 2 anni
San Domenico, partono i lavori. Tempi stretti, restauro in 2 anni
di Miléna Bonaparte
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Lunedì 4 Dicembre 2023, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 5 Dicembre, 10:56

PESARO Spente le luminarie e riavvolto il tappeto rosso, entro fine gennaio cominciano i lavori di ristrutturazione del San Domenico. La data sarà storica, tenuto conto del travagliato progetto di recupero che per molto tempo non è riuscito a imboccare la strada giusta della copertura finanziaria. Poi è arrivato il salvifico “prestito” del Pnrr e si può finalmente aprire il cantiere nel complesso a due fronti, il principale in via Branca e il retro su via Giordano Bruno. 


Le risorse


Tra risorse europee, 7.435.774 euro, e qualche aggiunta del bilancio comunale, l’operazione di restyling prevede un investimento complessivo di oltre 8 milioni, mentre per i lavori sono necessari 6.574.258 euro. Sarà un via libera a gru, betoniere e montacarichi che placherà in parte il grande assillo del sindaco Ricci di “mettere a terra” (tormentone sulla bocca di tutti dal significato indefinito) i progetti e le risorse del Pnrr, tenendo conto dell’inflessibile tempistica che non ammette ritardi, pena il blocco delle rate. 


Da storico luogo degradato del Duecento a moderno contenitore per la Capitale della cultura, il San Domenico è del resto il primo complesso monumentale al quale il Comune ridà vita con partenza in pole position del cantiere targato Pnrr. A fine novembre il “Consorzio fra cooperative di produzione e lavoro Conscoop” di Forlì ha stipulato il contratto d’appalto, vinto a un ribasso del 6,79% sull’importo a base di gara di 6.128.464 euro, quindi per un importo di 6.158.135 euro più Iva. L’affidamento dei lavori è avvenuto dopo un inciampo burocratico. 
Il Comune ha dovuto infatti revocare la precedente aggiudicazione alla società vincitrice per gravi irregolarità nella documentazione presentata. Quindi è del 6 ottobre l’appalto alla successiva impresa in classifica, il consorzio di Forlì. Poi entro il 30 novembre la firma dell’incarico per eseguire le opere, mentre la conclusione dell’intervento è stabilita per la fine di marzo 2026, l’ormai stranota tabella di marcia del Pnrr. Non sono stati diffusi rendering né disegni rappresentativi di come diventerà il San Domenico dopo il restauro. L’unica immagine a disposizione è il prospetto dello studio di Guido Canali, uno dei più autorevoli architetti italiani, specializzato nella rivalutazione di aree degradate. Professionista di 88 anni che vive a Parma, soprannominato “archi-star” nonostante la sua riservatezza, che nel piano di recupero ha immaginato un’ariosa, sobria e lineare piazza-agorà con porticati per il cuore dell’edificio, nei due chiostri indivisi dell’ex convento (foto). 
Lo slargo è di circa 1.300 metri quadrati con l’ingresso principale su via Branca. Un progetto che il Comune ha ricevuto gratuitamente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, la quale gli ha venduto la parte di edificio affacciata su via Giordano Bruno, dove già si stava programmando il recupero. L’area centrale è destinata ad attività culturali, eventi e spettacoli, ma ci sarà spazio anche per le ormai connaturate bancarelle del “Mercato delle erbe” che, dopo il trasloco a palazzo Gradari in via Gavardini durante la ristrutturazione, torneranno nella sede originale. L’insediamento commerciale risale ufficialmente al 1861, anche se si ritiene che le attività di vendita siano state avviate molti anni prima. 
Altro blocco caratteristico del recupero sono i tre piani del complesso su via Giordano Bruno dove troverà sede il Campus universitario. Accanto ai locali per le lezioni accademiche è prevista un’aula magna di oltre 1.000 metri quadrati a disposizione non solo degli studenti, ma anche di tutti coloro che sono interessati a partecipare a conferenze e incontri pubblici. 
La valorizzazione
Una valorizzazione della porzione su via Bruno, ora priva d’identità architettonica e in completo abbandono, anche tramite l’apertura di un grande portale d’ingresso che potrebbe diventare il principale.

Queste sono le previsioni definite nei progetti e negli atti, anche se di recente il sindaco Ricci, come se tutto fosse possibile e immaginabile nell’imminenza dei lavori, ha lanciato la proposta di ricavare negli ampi spazi un posto anche per la Provincia che deve lasciare viale Gramsci, i due casermoni diventati troppo ampi e dispendiosi dopo il taglio di personale per le minori funzioni e il caro bollette. 

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