RECANATI - «Non so per quanto tempo dovrò vivere con la cataratta all’occhio destro che mi tiene prigioniero in casa. Ma esiste la sanità pubblica per tutti? Si cura chi ha bisogno o solo chi può permetterselo?». Se lo chiede amareggiato un pensionato recanatese, che ha più di 70 anni e che preferisce restare anonimo. Ma che vuole raccontare la sua disavventura.
«La mia vita negli ultimi sei mesi è cambiata radicalmente: non faccio più le cose più elementari, guidare l’auto, accompagnare la nipotina, fare una passeggiata, andare a fare la spesa.
«Troppi 1.500 euro»
«Per me 1.500 euro erano troppi allora e lo sono ora. Mi indigna e mi sconvolge il solo pensiero di dover vivere, non so per quanto tempo, ancora in questo stato. Mi sembra doveroso fare alcune domande a chi gestisce la sanità pubblica in questo momento, il presidente della Regione Acquaroli, l’assessore alla sanità Saltamartini, e ai vari direttori gestionali che sono tanti. Tutto questo va bene cosi? Perché ci sono persone che debbono rinunciare ad un periodo della loro vita perché non hanno mezzi sufficienti? Perché tutte queste differenze tra chi può e chi non può? O siamo difronte ad una scelta politica ben precisa, da chi ci governa attualmente, di sostituire la sanità pubblica con quella privata? Mi aspetto che qualcuno di buona volontà si faccia vivo e dia una risposta a tutti i cittadini marchigiani che si trovano in difficoltà e non, ma una risposta seria, non i soliti slogan in politichese, che siamo abituati a sentire e a digerire».