Coronavirus, l'infettivologa dello Spallanzani: «Morbo sconosciuto, i ventilatori polmonari sono una certezza»

Coronavirus, l'infettivologa dello Spallanzani: «Morbo sconosciuto, i ventilatori polmonari sono una certezza»
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 20 Aprile 2020, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 07:33

«La nave da crociera? Rispetto a quello che ho visto quando sono tornata è stata quasi una passeggiata...», confida Angela Corpolongo, dirigente delle Malattie Infettive dello Spallanzani. È tra i medici che a febbraio sono saliti sulla Diamond Princess, la nave finita in quarantena in Giappone, con a bordo decine di italiani. Ora invece è in corsia allo Spallanzani, la trincea di Roma contro il Covid insieme al policlinico Gemelli. Ci risponde in un attimo di pausa. Dopo settimane di «turni estremamente spossanti, di oltre 10 ore, mai un riposo, una tensione con cui bisogna imparare a convivere». Ora le cose vanno leggermente meglio: «Conosciamo di più l'infezione rispetto alla fase iniziale, riusciamo a lavorare meglio nel processo di diagnosi e cura. Ma sappiamo che il virus non è sconfitto». Per questo è importante continuare a donare: Il Messaggero, un mese fa, ha lanciato una sottoscrizione tra i lettori. E grazie alla generosità di migliaia di adesioni, sono già stati donati i primi 200 mila euro. Soldi con cui sono stati comprati, da Spallanzani e Gemelli, 12 ventilatori polmonari. Con gli altri quotidiani della Caltagirone Editore, è stato raccolto e donato, come prima tranche, un milione di euro per alcuni tra i principali ospedali italiani. E la nostra iniziativa non si ferma adesso, perché attrezzare al meglio i reparti in trincea significa allontanare lo spettro di scelte drammatiche, come quando bisogna decidere chi salvare.

Coronavirus, «Mobilitatevi sempre di più per Gemelli e Spallanzani». La sottoscrizione del Messaggero
 



STRUMENTI SALVAVITA
«Il Covid 19 è un'esperienza del tutto sconosciuta riprende l'infettivologa Corpolongo - mi è sembrato di vivere ciò che avevo sentito dai colleghi più anziani ai tempi dell'Aids. Ma i virus non sono paragonabili, forse li accomuna il fatto che ci si pone davanti una minaccia completamente nuova: non c'è una cura stabilita e nessuno sa l'andamento clinico quale sarà». Una certezza c'è: «I respiratori fanno la differenza nel momento in cui una persona va in insufficienza respiratoria grave. La verità è che il ventilatore non è sostituibile con altre terapie. È davvero lo strumento salvavita. Noi ci mettiamo la dedizione, il tempo, la professionalità, ma non servirebbe, senza strumenti validi. Per questo siamo grati al vostro giornale e a chi ha donato. Ci permettete di offrire un'assistenza sempre migliore. Anche al termine di questa emergenza, i ventilatori acquistati li continueremo a usare senza sosta. Il vostro gesto è decisivo oggi e sarà così anche domani».
L. De Cic.
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