Allergie, comincia a starnutire
un italiano su sei

Allergie, comincia a starnutire un italiano su sei
di Antonio Caperna
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Lunedì 25 Marzo 2013, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 16:04

ROMA Giovane, donna, con un’età compresa tra i 15 ed i 30 anni, fattori ereditari allergici nel 20% dei casi. E’ l’identikit di chi è affetto da rinite allergica, malattia sottodiagnosticata ma che sta registrando un trend di crescita del 5% negli ultimi 5 anni.
Si tratta di una patologia infiammatoria della mucosa nasale, problema sanitario in rapida crescita a livello globale, a causa del suo impatto diretto sulla qualità della vita dei pazienti e sul loro rendimento lavorativo, aggravato dalla frequente associazione con l'asma bronchiale.

Nella popolazione mondiale la prevalenza della rinite allergica è stimata tra il 15 e il 25%, mentre in Italia gli ultimi dati riportano che ne soffre un italiano su sei. A preoccupare gli esperti sono anche i casi di automedicazione e di mancata diagnosi, dato che c’è la tendenza dei malati a non considerarla una patologia vera e propria. I dati riportano che nella maggior parte dei casi si fa autodiagnosi e ci si gestisce in autonomia. Un paziente su tre, infine, si presenta dal medico, ma solo quando i sintomi di cui soffre sono giudicati come intollerabili.

«Arrivare ad una corretta diagnosi di rinite allergica non è difficile. L’importante è rivolgersi al medico di famiglia, poi c’è l’allergologo, lo pneumologo e l’otorinolaringoiatra», afferma Angelo Camaioni, direttore di Otorinolaringoiatria al San Giovanni Addolorata di Roma e presidente della Società italiana di otorinolaringoiatria. Nel corso della visita si possono anche scoprire malattie correlate come otiti, poliposi nasale, rinosinusiti, disturbi del sonno e la sindrome rinobronchiale. Senza dimenticare che recenti studi dimostrano una forma di asma ignorata dietro una rinite allergica. Per fortuna tra le ultime frontiere della diagnosi dell’allergia in generale ci sono i test molecolari, che stanno rivoluzionando anche le scelte terapeutiche.

«Mentre con i test diagnostici classici come prick test cutaneo e Cap test per la ricerca delle IgE specifiche si evidenziano anticorpi rivolti verso molecole allergeniche di qualsiasi tipo presenti in una fonte, ad esempio graminacee, acaro della polvere, arachide, latte, uovo- spiega Roberto Bernardini, presidente nazionale Siaip (Società italiana di allergologia e immunologia pediatrica)- con i test molecolari è possibile individuare la singola molecola specifica di 'quella' fonte oppure una molecola presente su tante fonti contemporaneamente. Cio’ comporta risvolti pratici facilmente immaginabili nell'ambito di percorsi dietetici-terapeutici, in particolare nella scelta di un'eventuale immunoterapia specifica».

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