Il volo per Roma non va? Gemelliamoci con Monaco

Il volo per Roma non va? Gemelliamoci con Monaco

di Giovanni Guidi Buffarini
4 Minuti di Lettura
Venerdì 12 Aprile 2024, 04:40

Cerco di non pensarci da giovedì scorso, il che significa che da giovedì scorso non penso ad altro. Da quando ho letto il pezzo del nostro Direttore sul suo viaggio aereo a Roma, avverto fortissimo il desiderio di vivere la stessa esperienza. Pur non avendo niente da fare a Roma, in questo periodo. Voglio anch’io viaggiare su un aereo vuoto, o al più in compagnia di uno scozzese discretamente ciucco, e cullarmi nell’illusione che gli aerei decollino apposta per me (di sicuro non per i celtici barcollanti, dai), che il mondo ruoti attorno a me. Mi capita di sperimentarla, quella sensazione inebriante, al cinema, quando il cassiere mi informa che altri spettatori in sala non ce n’è. «Non potresti tornare un’altra sera? Sennò, tranquillo, non c’è problema, il film lo faccio partire: solo perché sei te». Ma un volo privato vale mille proiezioni private. Voglio fare Ancona-Roma e ritorno in aereo e vivere il paradosso. Prendere l’aereo per risparmiare tempo e invece perderlo, il tempo, ché l’andata e ritorno in giornata è impossibile, un giorno l’aereo va (praticamente vuoto) a Roma e il giorno dopo torna (praticamente vuoto) a Falconara. Voglio anch’io volare a Roma, non avendo niente da fare a Roma: per capire se sono uno Sherlock Holmes migliore del direttore Laurenzi.

Lui non l’ha trovato il senso di un collegamento strutturato in tal modo.

Qualche (minimo) vantaggio, così su due piedi, senza intensa riflessione condotta tra le nuvole, mi par ci sia giusto per gli albergatori: se devi passar la notte in una città non tua dovrai pur procurarti un letto, solo un britanno corcato dal whisky, miracolosamente sceso dalla scaletta senza fratturarsi, può ritenere giaciglio soddisfacente un angolino del terminal. (Non disturbatelo. Qualche ora tra le braccia di Morfeo ronfando potente, e torna come nuovo. Fino al prossimo bar). Ma scovare qualche vantaggio per la compagnia aerea, oltreché per la comunità marchigiana, è impresa delle più ardue. Quanto sta SkyAlps - buona compagnia peraltro, secondo la testimonianza laurenziana - ad abbandonare la tratta? Si accettano scommesse, faccio uscire le quote lunedì prossimo: chiamatemi e puntate. L’articolo del Direttore ha innescato il dibattito: riflessioni, auspici, timori, promesse, vaghe ipotesi di soluzione. Questo giornale ha già ospitato gli interventi delle firme serie: l’ex rettore Longhi, il professor Iacobucci. Ora ascoltate un attimo quel che ha da dire un buffone.

Vi illumino in meno di due minuti. Dunque. Ancona-Roma in aereo va bene se nessuno ti corre dietro: una cena con gli amici, una vacanza, cose così. Altrimenti è una giornata di lavoro persa. Ancona-Roma in treno è ogni volta fonte d’amarezza. Il mondo ha sviluppato l’alta velocità, noi siam rimasti inchiodati al Novecento finito da un pezzo. Se poi fuori il sole picchia e a bordo l’aria condizionata non funziona, allora o diventi campione del mondo d’atarassia oppure, mentre ti squagli, tocchi vertici d’ira funesta degni del pelide Achille, e manco un guerriero troiano nei paraggi su cui legittimamente sfogarsi. Ancona-Roma in macchina: di nuovo, un viaggio nel tempo, un ritorno al Novecento neanche troppo inoltrato, allora sì che le nostre strade e autostrade erano adeguate al traffico. Questo il quadro. Brutto, non semplice da modificare a breve.

Però, e vengo al punto, all’intuizione geniale, me lo dico da solo. Se i collegamenti con Roma fanno cascar le braccia, Ancona è collegata benissimo con Monaco di Baviera. Due aerei al giorno decollano da Falconara, due aerei al giorno atterrano. E allora: gemelliamoci con Monaco. Stringiamo accordi tra le nostre imprese e le loro. Vogliamo puntare sul cinema come motore di sviluppo? Chiediamo al sommo Werner Herzog di venire a girare qua, le produzioni romane continueranno a preferire Abruzzo e Umbria. Il nostro giornale potrà facilitare il gemellaggio con la pagina Notizie Bavaresi. Caro Direttore, patti chiari. L’idea bavarese te l’ho data io, il reportage dall’Oktoberfest spetta a me. Fidati, saprò restituirne per intero l’atmosfera inebriata. Di qualche paroghkii incomprenzhyah chiedo fin d’ora scusa ai redattori. È che, dopo il quinto boccale, la tastiera prende a danzare e non la fermi.

*Opinionista
e critico cinematografico

© RIPRODUZIONE RISERVATA