SENIGALLIA - Si moltiplicano le chat da record e i numeri di cellulare di moltissimi minorenni sono ormai a disposizione di molti. Privacy violata per tanti adolescenti con il rischio di essere contattati da chiunque, anche dai malintenzionati.
«Mi sono accorta che c’era qualcosa di strano perché a mia figlia sono arrivate in brevissimo tempo centinaia di notifiche – racconta la madre di un’11enne –, quando ha preso il telefono ha notato sul display messaggi provenienti da numeri sconosciuti dove si alternavano parolacce e imprecazioni. Lei è andata a vedere e si è accorta che un compagno di scuola l’aveva inserita in un gruppo, a sua insaputa. Ci saranno state diverse centinaia di persone. Quasi tutti numeri sconosciuti». Era il famoso gruppo WhatsApp del “dobbiamo arrivare a mille”. La madre, ovviamente, si è allarmata ma la figlia ha subito abbandonato il gruppo eliminando la chat.
Subito cancellate
«Mi ha poi detto che era la “chat dei pedofili” ma lei e le sue amiche si erano subito cancellate – prosegue la donna –, sicuramente non hanno compreso la gravità del termine utilizzato, a sproposito, come fosse un gioco.
Scherzo?
Per alcune adolescenti si è trattato solo di uno scherzo stupido dei compagni di scuola. Una burlata, insomma, per sentirsi più grandi. Nei genitori si è invece acceso un campanello d’allarme. Molti nemmeno avrebbero voluto comprare uno smartphone ai figli ancora minorenni ma ce l’hanno tutti e, per non farli sentire emarginati, hanno acconsentito.
Uno strumento pericoloso nelle mani di malintenzionati. Non risulta, però, che qualche adolescente sia stato contattato con messaggi espliciti, quindi, bisogna capire quanta suggestione ci sia stata in quello che era partito come un gioco poi degenerato con l’inserimento di immagini e messaggi volgari, a sfondo sessuale e, secondo alcuni, anche di natura pedopornografica. Circostanza, quest’ultima, che dovranno appurare e confermare gli inquirenti.