Italia: un pieno di medaglie di legno
A Sochi gli azzurri otto volte quarti

Italia: un pieno di medaglie di legno A Sochi gli azzurri otto volte quarti
di Mario Nicoliello
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Domenica 23 Febbraio 2014, 21:34 - Ultimo aggiornamento: 21:36
SOCHI - Nello sport, si sa, qualcuno deve anche occupare il quarto posto. Quella piazza che ai Giochi olimpici odiata da tutti, quella casella che in tanti vorrebbero eliminare, quel numero che nessuno gradirebbe associare al proprio nome. Purtroppo l’appuntamento con la posizione più scomoda è diventata una triste abitudine per gli atleti azzurri ai Giochi di Sochi. L’Italia è infatti arrivata otto volte quarta. Tante quante le medaglie complessivamente vinte: due argenti e sei bronzi.



Ieri la sfortuna della quarta posizione si è ripetuta tre volte: in mattinata è toccata a Aaron March e Corinna Boccaccini nello slalom parallelo dello snowboard, in serata a Stefano Gross nello slalom speciale di sci alpino.



March e la Boccaccini hanno concluso in semifinale la striscia di successi e poi non hanno raccolto gloria dalla finalina di consolazione. «Ci ho provato fino alla fine, ho passato due turni, purtroppo in semifinale sono caduto perdendo sicurezza per le discese successive. Nella finale per il bronzo ho commesso un errore nella seconda manche e la gara è finita», ha osservato March, mentre la Boccaccini ha spiegato: «Ho fatto una bella prova, se non sono salita sul podio è perché le avversarie ci hanno creduto di più. Comunque sono riuscita a surfare bene».



Occasione sprecata. Gross ha sprecato l’occasione della vita nella seconda manche dello slalom. Terzo dopo a metà gara, il ventisettenne fassano ha cercato di districarsi nel migliore dei modi sul tortuoso disegno della discesa conclusiva, tracciata in maniera aritmica dal croato Ante Kostelic. Lo sciatore ha commesso un grave errore nella parte centrale, un piccolo piano tra due muri. Una distrazione che è stata fatale, perché il bronzo è sfumato per soli 5 centesimi: «Mi sono mangiato la medaglia, ho buttato la gara con un errore che ho fatto nel piano. Qui il quarto posto non conta nulla», ha commentato Gross, che con stile non si è lamentato per la tracciatura: «Il disegno della seconda manche non era certamente bello, ma per vincere la medaglia bisogna comunque adattarsi a qualsiasi condizione, i migliori sono tutti avanti».



A vincere è stato il trentaquattrenne austriaco Mario Matt, che è diventato il più anziano olimpionico nello sci alpino. L’argento è andato all’altro austriaco Marcel Hirscher, mentre il bronzo è finito al collo del norvegese Henrik Kristoffersen. I cinque centesimi che hanno separato Gross dal bronzo sono inferiori di poco ai 17 che hanno privato Daniela Merighetti della medaglia in discesa libera e agli 11 che hanno condannato Nadia Fanchini in gigante. Un’inezia, meno di un battito di ciglia, tanto basta per passare dalla gioia alla delusione.



Tanta sfortuna. Del resto, che fosse un’Olimpiade da quarto posto per l’Italia lo si era intuito sin dall’inizio. Già il primo week-end di gare la squadra di pattinaggio figura aveva chiuso a un pugno dagli statunitensi, mentre il sogno di podio della biathleta Karin Oberhofer era evaporato per sei secondi nella sprint. Dopo la controprestazione nel salto Alessandro Pittin aveva recuperato 21 posizioni nel fondo ma quel secondo e spiccioli che lo ha separato dal norvegese Magnus Krog gli è rimasto sul groppone. Otto quarti posti sono davvero un record. A Vancouver quattro anni fa l’Italia si era fermata a cinque: stesso numero delle medaglie vinte anche in quell’occasione. All’epoca però ci fu almeno l’ebbrezza dell’oro, questa di Sochi è stata invece l’Olimpiade del legno.