Bolkestein, stop alle proroghe: «Meloni intervieni o sarà il caos». L'incubo della direttiva europea nelle Marche

di Martina Marinangeli
Venerdì 3 Maggio 2024, 01:20 - Ultimo aggiornamento: 18:32 | 2 Minuti di Lettura
Bolkestein, stop alle proroghe: «Meloni intervieni o sarà il caos». La direttiva europea nel mirino nelle Marche

La spada di Damocle è caduta. Con la stagione turistica alle porte, la sentenza del Consiglio di Stato sulle concessioni balneari suona le note di un requiem. Le proroghe volute dal governo vanno immediatamente disapplicate e i Comuni devono mettere quanto prima a gara le spiagge. La sentenza pubblicata il 30 aprile ha stabilito che il termine ultimo della deroga è quello del 31 dicembre 2023. Palazzo Chigi a gennaio aveva inviato una lettera all’Ue per spiegare i motivi del rinvio - al gennaio 2025 - dell’applicazione della direttiva Bolkestein e la necessità di completare la mappatura delle coste italiane. Una mappatura che aveva come finalità quella di dimostrare che la risorsa spiaggia in Italia è scarsa. Ma il durissimo pronunciamento del Consiglio di Stato - l’ultimo di una lunga serie - ha bocciato questo approccio. «Si tratta di meri assunti, sforniti di prova, in quanto la risorsa è sicuramente scarsa - si legge nelle motivazioni - e la presenza o l’assenza dell’interesse transfrontaliero non dipende certo dalla mera (peraltro solo affermata) limitata rilevanza della concessione economica».

Lapidario. Che fare ora? Continuare a sperare che l’Europa accolga le richieste del governo italiano? Una speranza decisamente remota, per usare un eufemismo. Se si aprisse uno spiraglio per noi, cosa impedirebbe a Spagna, Portogallo, Grecia e gli altri Paesi europei affacciati sul mare di fare la stessa richiesta? Più probabile che alla fine si vada a gara e l’unico modo per salvare le famiglie che ruotano attorno al settore balneare è introdurre correttivi alle aste per tutelare quanto più possibile gli attuali concessionari, concedendo loro indennizzi adeguati in caso di perdita dell’attività. Ma i tempi per fare i decreti attuativi e mettere in moto questa macchina si fanno molto stretti. Considerando che si è parlato per la prima volta di Bolkestein nel 2006, sarebbe anche ora che si mettesse fine all’incertezza totale in cui da 20 anni operano i balneari. È finito il tempo delle proroghe: ora è arrivato il momento delle decisioni definitive.

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