Vittorio Sgarbi si è dimesso da sottosegretario alla Cultura. Lo ha comunicato lui stesso a margine dell'evento "La Ripartenza" a Milano: «Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario del governo. E lo faccio per voi: adesso sono solo Sgarbi, non più sottosegretario. Lo comunicherò nelle prossime ore alla Meloni».
La lettera dall'Antitrust
«L'Antitrust ha mandato una molto complessa e confusa lettera dicendo che aveva accolto due lettere anonime, che ha inviato all'Antitrust il ministro della Cultura, in cui c'era scritto che io non posso fare una conferenza da Porro», ha detto Sgarbi.
«È un colpo di teatro, sono due ore che medito se farlo o se non farlo - ha spiegato Sgarbi -.
È il 15 febbraio il termine previsto entro il quale l'Autorità Antitrust dovrà pronunciarsi sull'incompatibilità per Vittorio Sgarbi tra le sue attività extra governo e il ruolo che ricopre al Mic. Secondo quanto si apprende, il procedimento potrebbe essere già stato chiuso e nei primi giorni della prossima settimana, forse lunedì stesso, potrebbero venirne comunicate le conclusioni.
Gli insulti al giornalista di Report
A pesare su Sgarbi anche la reazione alle inchieste del giornalista di Report. «Non mi devo scusare con nessuno, ho espresso le mie imprecazioni come fa chiunque», ha detto a margine dell'evento. A chi gli chiedeva quale fosse, in seguito alla sue reazioni, l'immagine di lui che arriva all'estero, il sottosegretario risponde: «Dobbiamo chiederlo all'estero. Il sottosegretario non ha rilasciato nessuna intervista quindi quelle erano immagini rubate. E uno nel suo privato può dire quello che vuole». Quanto agli auguri di morte rivolti ai giornalisti afferma: «Non rifarei l'intervista anche perché non l'ho fatta. E comunque il giornalista non morirà per questo».
«Lei non sa un c..., è ignorante», «ha una faccia di m... Se lei muore in un incidente stradale io sono contento. Spero che faccia un incidente». E infine la minaccia, di tirarsi giù la zip dei pantaloni. Il fuori onda è stato mandato in onda da Report: il giornalista stava indagando sulla compravendita di un Valentin de Boulogne da parte del critico d’arte. Secondo quanto ricostruito dalla trasmissione l’opera apparteneva a una famiglia ricca, in decadenza ed è stata venduta a più di 10 mila euro in contanti. Il quadro, che varrebbe milioni, sarebbe finito nelle mani dell’autista di Sgarbi e poi direttamente a lui. Ricostruzione che però Sgarbi ha negato.