FALCONARA Si sono vissute ore di apprensione e di preoccupazione per uno studente diciottenne del liceo Cambi che è in Giappone con la sua classe ed altri alunni e insegnanti della scuola falconarese per uno scambio culturale con il Kaisei High School di Nagasaki. Il ragazzo, che compirà 18 anni a novembre prossimo, ha accusato forti dolori addominali nel pomeriggio di giovedì scorso mentre gli studenti falconaresi stavano condividendo un momento particolarmente significativo con i loro coetanei giapponesi: la vestizione del kimono, abito tradizionale nipponico.
Il racconto
«Siamo arrivati a Nagasaki il 3 ottobre e siamo stati accolti calorosamente dalla scuola giapponese – dice la prof.
Continua la prof: «Il ragazzo è stato sottoposto ad esami del sangue, accertamenti ecografici e gli hanno diagnosticato problemi seri all’appendicite. Secondo i medici la scelta più oculata era quella di operare piuttosto che curarlo con gli antibiotici e così ci siamo messi in contatto con i genitori ed insieme a loro abbiamo convenuto che l’intervento fosse l’opzione più corretta». L’operazione è avvenuta la sera stessa del 5 ottobre. «Io – prosegue la prof Gallerani - l’ho personalmente accompagnato fino alla camera di anestesia; poi lo abbiamo aspettato per un paio d’ore, fino al risveglio dopo l’operazione. Ora sta benissimo, si è completamente ripreso ed oggi o domani uscirà dall’ospedale; probabilmente potrà terminare il tour con noi».
Ieri sono partite da Falconara sia la mamma del giovane che Stefania Signorini, sindaca e dirigente scolastico dell’istituto Cambi Serrani, per raggiungere il Giappone. Hanno fatto scalo a Francoforte e la Signorini ha avuto modo di confermare che le condizioni di salute del ragazzo sono ottime. «Una disavventura che si è risolta nel modo migliore, voglio complimentarmi con le docenti che hanno mostrato grande professionalità». La prof Gallerani evidenzia ciò che le ha trasmesso l’esperienza vissuta in questi giorni.
L’insegnamento
«La disavventura mi ha consentito di capire che il Giappone è estremamente organizzato e serio. Non ho mai visto in una struttura ospedaliera tanta competenza, tanta precisione, tanta pulizia e mi viene naturale chiamarlo albergo piuttosto che ospedale». La Gallarani sottolinea l’alto valore dello scambio tra studenti. «È di altissimo livello: i nostri ragazzi si sono dovuti presentare in lingua giapponese davanti agli 800 studenti del Kaisei High School ed hanno svolto lavori di lingua e cultura ed anche all’università si è trascorsa una giornata impegnativa e bellissima sulla pace. La scuola giapponese ha invitato 3 sopravvissuti, di 89, 86 e 83 anni, alla bomba atomica; abbiamo visitato il museo della bomba atomica e il parco della pace, domani partecipiamo ad un festival di cultura nipponica poi ci trasferiremo due giorni a Tokyo prima di rientrare il 12 ottobre».