A quasi 10 anni dalla terribile caduta sugli sci di Meribel in cui battè la testa e riportò gravi danni cerebrali, un'inchiesta torna sull'incidente di Michael Schumacher. E mentre nulla si sa sulle condizioni del leggendario ex campione pilota della Ferrari, da sempre protette dal riserbo della famiglia, il giornalista tedesco Jens Gideon a far luce sull'accaduto facendo emergere inquietanti dettagli. Il cronista ha visitato i luoghi del dramma, dove c'è la roccia contro la quale andò a sbattere Schumacher portandolo al coma.
La serie di podcast dell'emittente tedesca ARD
In una serie di podcast dall'emittente tedesca ARD Gideon ha registrato la testimonianza di uno dei maestri di sci che da anni lavora sulle Alpi francesi, nonché tra i primi accorsi sul luogo dopo la caduta con gli sci.
I due presunti errori
I due presunti errori sarebbero: il fuoripista di Schumacher e la dinamica dei soccorsi. Il maestro di sci intervistato da Gideon ha spiegato che un fuoripista con situazione di neve sottile e molte rocce esposte sarebbe stato da evitare in quanto molto pericoloso. Schumi perse il controllo e cadde con la testa contro uno di quei massi, ferendosi gravemente malgrado indossasse il casco. Il secondo presunto errore è stato, secondo il maestro di sci, lo avrebbero commesso i soccorritori, che inizialmente sottovalutarono le condizioni di salute dell’ex pilota. Il maestro di sci ricorda che inizialmente Schumacher era cosciente dopo l’incidente: per questo fu deciso di trasportarlo con l’elisoccorso alla clinica di Moutiers. Proprio in volo le sue condizioni si aggravarono: perse conoscenza e venne intubato. A quel punto l’elicottero fu dirottato verso Grenoble, l’ospedale attrezzato più vicino. Lì Schumacher rimase per diversi mesi dopo una delicata operazione al cervello. Secondo la ricostruzione presentata da Gideon, però, il ritardo provocato dal tempo perso in volo avrebbe provocato un danno maggiore.