«I dati più recenti a disposizione indicano che circa il 25% dei viaggiatori di rientro da mete esotiche è colonizzato da germi resistenti agli antibiotici: succede soprattutto ai 20-30enni che viaggiano di più, più a lungo e spostandosi anche in zone disagevoli e in aree più a rischio di “brutti incontri”» spiega Francesco Menichetti, presidente del Gisa e docente di Malattie infettive all'Università di Pisa. «I batteri resistenti - prosegue - possono essere incontrati spesso durante vacanze in aree come Sudest Asiatico, Africa, Sudamerica e in tutte le nazioni a basso-medio reddito; al rientro costituiscono un rischio sia per il viaggiatore stesso sia per la sua comunità.
Se si viene colonizzati da questi germi, infatti, si possono sviluppare malattie come infezioni urinarie o respiratorie, ma soprattutto si può essere un serbatoio di batteri per persone più fragili, come anziani o soggetti con patologie debilitanti».