Poca igiene e regole anti virus ignorate: i carabinieri chiudono ristorante cinese

Poca igiene e regole anti virus ignorate: i carabinieri chiudono ristorante cinese
Poca igiene e regole anti virus ignorate: i carabinieri chiudono ristorante cinese
di Luigi Benelli
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Lunedì 17 Agosto 2020, 03:10

PESARO -  Residui di cibo sparsi nel locale, alimenti senza una chiara provenienza, scarsa igiene e protocolli covid non rispettati: ristorante cinese fatto chiudere. Non solo contrasto dei reati e controlli alla movida, a ridosso di Ferragosto per i Carabinieri pesaresi. Nella serata del 14 agosto, infatti, il Nucleo Tutela del Lavoro dell’Arma, assieme al personale dell’Ispettorato del Lavoro della Provincia di Pesaro e alla Stazione Carabinieri di Pesaro, ha svolto un controllo nel ristorante cinese in viale Trieste, lato Levante, “La Cina”. Qui sono emerse numerose irregolarità sia sul fronte del rispetto delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid 19 sui posti di lavoro, sia sul versante del rispetto delle misure igieniche e di sicurezza obbligatorie per gli esercizi di ristorazione. 

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Proprio per tale motivo nel corso dell’accertamento, durato alcune ore, è stato richiesto anche l’intervento di personale dell’Asur di Pesaro – Servizio Igiene Alimenti, che ha a sua volta riscontrato diverse irregolarità. Per quanto riguarda le misure anti Covid, oltre all’assenza delle avvertenze obbligatorie rivolte al personale dipendente sulle corrette procedure finalizzate a scongiurare la diffusione del virus, è stata riscontrata sia la mancanza dell’igienizzazione straordinaria obbligatoria per i locali alla riapertura dopo il lockdown, sia della sanificazione periodica degli ambienti; ai dipendenti, inoltre, non veniva misurata la temperatura prima di accedere al posto di lavoro e a loro disposizione non c’era sufficiente gel igienizzante, tutti accorgimenti oggi più che mai necessari, anche in relazione ai nuovi focolai comparsi in Italia e in provincia. Le mancanze riscontrate sul fronte igienico, invece, hanno riguardato sia i locali, sporchi di residui di cibo, in disordine e non in regola con le norme per la sicurezza sui luoghi di lavoro, che le derrate alimentari, tra le quali erano presenti materie prime la cui origine non è stato possibile tracciare, come invece previsto dalla legge.

Al termine del controllo, dunque, il ristorante è stato cautelamente chiuso sia per le violazioni delle normative anti Covid che, con atto separato del personale dell’Asur, per le inadempienze igienico-sanitarie relative ad ambienti ed alimenti. Le sanzioni a carico del titolare, un 38enne cinese, si sono limitate per ora ai 400 euro previsti per le violazioni anti Covid, ma gli accertamenti proseguiranno con l’intervento di un medico veterinario che determini la natura e la provenienza dei prodotti, e con la successiva distruzione di tutti gli alimenti. 

Si prospettano ulteriori multe salate e non si escludono risvolti penali. L’auspicio è che la repressione di episodi come questo e l’operato costante di compagini altamente specializzate come il Nucleo Ispettorato Lavoro dell’Arma dei Carabinieri, impegnato anche e soprattutto nel contrasto del lavoro nero e del caporalato, fungano da esempio per tutti gli esercenti che, per dolo o semplice ignoranza, prendano alla leggera il rispetto delle regole e, di conseguenza, quello dei propri clienti e dipendenti.

La chiusura è stata disposta per due giorni. Fuori dal locale è stato appeso un cartello: “Saremo chiusi per manutenzione delle attrezzature, ci scusiamo”.

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