ANCONA Nel trambusto che da 10 giorni sta facendo ballare i piani alti di Palazzo Raffaello - tra rimpasti di giunta da fare, poi no, poi forse - stava quasi per passare sottotraccia un elemento non da poco. Un particolare che ad un osservatore distratto può sembrare un dettaglio irrilevante, ma che in realtà non lo è affatto. I due consiglieri transfughi Luca Santarelli e Simona Lupini non hanno ancora reso ufficiale il loro passaggio alla Lega, almeno non in sede ufficiale. Insomma, a Palazzo Leopardi continuano a sedere tra i banchi dell’opposizione. Cosa che ha fatto infuriare Pd e M5S. E a rendere la trama ancora più avvincente, il giallo della porta sfondata al capogruppo dem Maurizio Mangialardi, per indagare sul quale ieri la digos è andata a Palazzo delle Marche a parlare con i testimoni.
I due fronti
Diciamo che se il governo tiene banco, anche il Consiglio regionale regala delle belle perle.
La scacchiera
Una forza dei numeri che viene poi usata dalla segretaria regionale del Carroccio Giorgia Latini come grimaldello per fare breccia nella giunta Acquaroli e aprire la strada del rimpasto. Ma i giorni passano, il blitz si arena in una guerra di logoramento e i due consiglieri vaganti restano con un piede da una parte e uno dall’altra, aspettando di vedere come andrà a finire. E la forza dei numeri della Lega rischia così di sciogliersi come neve al sole. Anche perché pure alcuni consiglieri eletti tra le fila del Carroccio - almeno due, ma forse anche tre - stanno riflettendo sull’ipotesi di cambiare squadra.
I transfughi
Tornando a Santarelli e Lupini, va detto che le posizioni dei due non è che siano mai state particolarmente granitiche. Santarelli, eletto a Palazzo Leopardi nella lista Rinasci Marche che appoggiava Mangialardi alle Regionali, è stato prima disconosciuto dai Verdi e da +Europa che lo avevano candidato; poi nel dicembre 2022 è entrato nella squadra di Forza Italia, ma con la formula dell’accordo di federazione. Siamo in una zona abbastanza grigia, ma l’accordo era stato benedetto addirittura da Antonio Tajani. Non è bastato comunque, e appena si è presentata l’occasione, Santarelli è saltato sul carro della Lega. Salvo poi non concretizzare il passaggio per rimanere in quella stessa zona grigia che permette il trasformismo spinto. Quanto ancora voglia continuare a muoversi in stile palla da biliardo non è dato sapere. Il consigliere è assurto agli onori della cronaca anche per aver tentato di mantenere la vicepresidenza della commissione Ambiente - nonostante sia una nomina che per galateo istituzionale spetti alle opposizioni - scatenando le ire persino del governatore Acquaroli. Il percorso della Lupini è stato altrettanto accidentato. Entrata per il rotto della cuffia in Consiglio sotto il vessillo del M5S, lascia il Movimento e a giugno 2022 fonda un intergruppo a Palazzo Leopardi con l’Udc del presidente dell’assemblea legislativa Dino Latini. Ma non paga, l’approdo finale è, anche per lei, alla Lega.
Gli interrogatori
Tuttavia, come per Santarelli, siamo alla teoria perché nella pratica non è ancora partito l’iter istituzionale per definire il passaggio. Nelle pieghe della fase surreale che sta vivendo la Regione si innesta l’atto vandalico contro la porta di Mangialardi. Ieri la digos ha sentito le sei persone che, stando ai tabulati di entrata e uscita da Palazzo delle Marche, erano presenti nel momento in cui si è verificato il fattaccio: quattro assistenti dei gruppi consiliari e i due consiglieri Santarelli e Manuela Bora (Pd). Intanto, a Palazzo Raffaello, Acquaroli rimane a presidiare il fortino, in attesa di sentire (o addirittura incontrare) il vice segretario della Lega nazionale Andrea Crippa e di sciogliere il nodo con cui la maggioranza rischia di impiccarsi.