Mammografia, risonanza o ecografia nelle Marche? Stesso incubo: «Paghi o l’attesa è infinita»

Odissea di un’utente del servizio pubblico che ha tentato di prenotare visite ed esami

Mammografia, risonanza o ecografia nelle Marche? Stesso incubo: «Paghi o l’attesa è infinita»
Mammografia, risonanza o ecografia nelle Marche? Stesso incubo: «Paghi o l’attesa è infinita»
di Giulia Sancricca
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Sabato 10 Febbraio 2024, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 07:23

MACERATA - Più di un anno per la mammografia. Liste addirittura chiuse per l’ecocolordoppler agli arti inferiori. Un mese di attesa - e per di più andando da Porto Recanati all’ospedale di Cagli - per una risonanza magnetica richiesta per una sospetta rottura del crociato. Prenotare una visita, che sia essa urgente o necessaria alla prevenzione, si trasforma puntualmente in un’odissea dove il mare in tempesta del Servizio sanitario nazionale porta l’utente di fronte a un bivio: attendere liste interminabili a scapito della propria salute o metter mano al portafogli - per chi può permetterselo - e passare in intramoenia.

La denuncia

L’ultima denuncia arriva da Francesca Pavani, una donna di Porto Recanati che racconta i numerosi tentativi fatti per la prenotazione di diversi esami che si concludono sempre allo stesso modo: il riferimento al privato a pagamento. «Cominciamo dalle urgenze - dice -.

Una risonanza magnetica al ginocchio (senza contrasto), richiesta dall’ortopedico per sospetta rottura del crociato, prescritta dal medico curante con urgenza di dieci giorni, è una missione impossibile. Prima data utile a Cagli tra un mese. Mi viene detto dal primo operatore che le urgenze non possono essere messe in lista d’attesa, e che devo richiamare tutti i giorni sperando in una disdetta. Il secondo operatore mi dice invece che questi tipi di esami diagnostici non sono riconosciuti dal Ministero come urgenze. Ma niente paura, basta passare per intramoenia e dopo un giorno hai già l’appuntamento per 122 euro». Poi apre il capitolo prevenzione: controllo annuale al seno.

«Dopo i 45 anni la Regione istituisce lo screening gratuito con cadenza biennale attraverso la mammografia. Benissimo. Peccato che la mammografia viene raccomandata dai medici specialisti annualmente e sempre accompagnata dall’ecografia, perché disgiunte non servono a nulla. Quindi, per prenotare l’ecografia si ripresentano gli stessi problemi dei tempi di attesa: non si trova posto lo stesso giorno ed è a pagamento. Hai vinto due giri all’ospedale invece che uno solo».

L’anticipo

La donna cerca quindi di prenotare con largo anticipo, da novembre 2023 per settembre 2024. Ma anche qui c’è l’inghippo: «Il primo operatore mi dice di riprovare a gennaio. Il secondo per l’ospedale di Civitanova trova disponibilità a febbraio 2025. Certo, potrei scegliere un altro ospedale, ma i tempi di attesa non si riducono, e poi il mio storico è a Civitanova». Il calvario non finisce qui: «A dicembre necessitavo di una visita ginecologica in tempi rapidi, ma anche in quel caso mi è stato proposto di attendere diversi mesi, per cui ho risolto sempre con il canale privato: in tre giorni avevo l’appuntamento per 105 euro. Mia madre da settembre sta cercando di prenotare una ecocolordoppler agli arti inferiori, e le liste sono chiuse: non ti propongono nemmeno una data».

Le lettere

Le sue disavventure sono finite - tramite una lettera - anche sul tavolo dell’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, e degli Uffici relazioni con il pubblico delle Ast di Ancona e Macerata. Al di là della sua personale esperienza, la paziente chiede infatti di capire «dove sia il nodo del problema. Perché ci sia questo divario di disponibilità tra prestazioni del Servizio sanitario nazionale e quelle a pagamento, perché non venga garantito il rispetto dei tempi di attesa. Servono un cambio di rotta e una presa di responsabilità da parte della Regione».

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