Accoltella la moglie in strada a Sassoferrato, Sebastianelli in lacrime dal giudice: «Sono disperato, non doveva andare così»

Accoltella la moglie in strada a Sassoferrato, Sebastianelli in lacrime dal giudice: «Sono disperato, non doveva andare così»
Accoltella la moglie in strada a Sassoferrato, Sebastianelli in lacrime dal giudice: «Sono disperato, non doveva andare così»
di Federica Serfilippi
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Giovedì 9 Maggio 2024, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 09:27

SASSOFERRATO Arresto convalidato, Davide Sebastianelli resta in carcere con l’accusa di aver tentato di uccidere a coltellate la moglie, Patrizia Ceccolini. L’operaio di 55 anni si è avvalso della facoltà di non rispondere, ieri pomeriggio, davanti al gip Sonia Piermartini nel corso dell’udienza di convalida che si è tenuta a Montacuto. «Sono disperato, ora non ce la faccio a rispondere» ha detto il 55enne. «Posso farle una domanda, giudice? Come sta Patrizia? E mia figlia?» ha chiesto in lacrime, tra il dolore e la disperazione. «Quello che è successo non doveva accadere» le sue parole, pur non entrando nel merito dell’aggressione che gli viene contestata dal pm Paolo Gubinelli.

L’udienza

Formalmente, Sebastianelli, difeso dall’avvocato Marina Quadrini, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Sosterrà l’interrogatorio più avanti. Al termine dell’udienza, il gip ha convalidato l’arresto scattato lunedì in via Bramante e confermato la misura cautelare già in atto: il carcere. La moglie, colpita con almeno 3-4 fendenti tra il fianco e la schiena, è ancora in gravissime condizioni cliniche, ricoverata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Torrette. La prognosi resta riservata. Lunedì pomeriggio è stata sottoposta a un intervento chirurgico per ridurre l’emorragia interna provocata dalle coltellate. Al nosocomio regionale c’è arrivata con l’eliambulanza: durante il trasporto è rimasta sempre cosciente. Poco prima, la sequenza da brividi in via Bramante, nel piazzale dove c’è il palazzo che ospita la casa che un tempo dividevano marito e moglie che dopo una serie di litigi l’operaio ha abbandonato. Liti che erano state segnalate dalla 50enne e che, stando ai vicini, erano frequenti. La donna più volte si sarebbe rivolta alle forze dell’ordine, senza tuttavia mai arrivata al completare una denuncia.

La ricostruzione

Il giorno dell’aggressione, stando a quanto ricostruito dai carabinieri, Sebastianelli ha aspettato la moglie sotto casa. Lui voleva un chiarimento su quel matrimonio che stava andando in frantumi. È in auto che il litigio tra la coppia si sarebbe tramutato in un tentato omicidio con i fendenti scagliati con un coltello da cucina che, nel corso della violenza, si è anche rotto. A parte della scena ha assistito un vicino che stava passando di lì. Ha portato la donna fuori dall’abitacolo, mettendola in salvo. E ha fermato l’aggressore, bloccandolo sul cofano dell’auto fino all’arrivo dei carabinieri, che avevano una pattuglia proprio nelle vicinanze. Sebastianelli è finito in cella, la moglie in sala operativa per cercare di salvarle la vita.

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