Che incubo attraversare
Brividi anche sulle strisce

Che incubo attraversare Brividi anche sulle strisce
3 Minuti di Lettura
Domenica 30 Dicembre 2018, 05:05
ANCONA Quanto è faticoso per un pedone attraversare la strada e riuscire ad arrivare sano e salvo fino al marciapiede opposto? Se in pochi secondi si riescono a focalizzare un paio di incroci del centro e della prima periferia (come via Giannelli o via Marconi) la risposta vien da sé: il quoziente di difficoltà è alto, molto alto. Tanto che non capita di rado, passeggiando per la città, di vedere pedoni intimoriti prima di osare un attraversamento o angustiati dal fatto di aver appena rischiato di essere falciati sulle strisce pedonali da veicoli che corrono scambiando la strada per autodromi, in barba alle regole e alla segnaletica. Ma gli investimenti non avvengono solamente a causa di automobilisti distratti, a volte troppo presi dal proprio smartphone. Gli incidenti vengono incrementati anche da attraversamenti pedonali scoloriti e incroci trappola. 

 

È il caso dell’intersezione tra piazza Ugo Bassi e via delle Grazie. Quando in quest’ultima strada scatta il verde, all’altezza del negozio Zibaldone, c’è la possibilità di girare a destra per via della Ricostruzione oppure andare dritto in direzione corso Carlo Alberto. L’infrazione avviene quando si svolta verso la piazza: in teoria non si potrebbe fare, ma quasi tutti accantonano la norma, con il rischio di centrare i pedoni che, avendo il verde, passano da un’isola all’altra senza guardarsi troppo intorno. Andando verso via Martiri della Resistenza, la sensazione è di vivere una sorta di roulette russa. 

Non perché non ci siano attraversamenti visibili (sono stati fatti dal Comune un paio di anni fa dopo plurimi investimenti), ma perché le auto sfrecciano come schegge impazzite non rispettando i limiti. La regola è una sola: piazzarsi sulle strisce, sgomberare il prima possibile la strada e sperare che qualche anima pia si fermi, magari non inchiodando dato che poi il pericolo è provocare un tamponamento a catena. Verso il centro il panorama è più o meno lo stesso. Uno dei punti più pericolosi è la salita di via Giannelli, che conduce all’ex Umberto I. Verso metà, proprio in prossimità del Palazzo del Popolo, ci sono le strisce. Ma a poco servono. Basta mettersi per una ventina di minuti sul ciglio della strada e vedere cosa succede a chi decide di muoversi a piedi: piuttosto che attendere invano qualche automobilista che spinge il freno, dando al pedone un suo diritto, è preferibile scendere verso il Viale della Vittoria, attendere il verde e poi passare. Meglio allungare la strada di qualche metro che farsi mettere sotto. Situazione di pericolo anche di fronte al cantiere dell’ex Umberto I, dove da una parte il marciapiede non esiste, ma è stato trovato il tempo di verniciare il manto stradale con le strisce blu per far posto a una decina di parcheggi. 

Altro caso limite è via Marconi, dove ogni tanto c’è qualche persona falciata, soprattutto durante le ore notturne. Le isole pedonali ci sono, ma non sono illuminate. Tra luglio e settembre 2018 sono stati riscontrati almeno tre investimenti. E poi, uscendo dal centro, c’è Torrette. Negli ultimi dieci giorni il bilancio della strada è di un ferito e di una vittima. Quest’ultima, un’anziana di 85 anni, è stata travolta da un tir il 20 dicembre mentre cercava di attraversare l’ultima delle rotatorie nate in via Conca, nonché una delle più contestate dai residenti dopo la disinstallazione del semaforo di via Esino. Il giorno di Santo Stefano è toccato a un 68enne essere centrato da un’auto tra la Flaminia e via Conca, all’altezza del benzinaio Erg. Stava attraversando la strada quando gli è venuta addosso una vettura che lo ha fatto sbalzare per alcuni metri sull’asfalto. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA