Nero, Io e Annarelle, trio con gli anni 80 nel cuore: "Pugni a terra" è l'opera di esordio di Pier Paolo Flammini

Nero, Io e Annarelle, trio con gli anni 80 nel cuore: "Pugni a terra" è l'opera di esordio di Pier Paolo Flammini
Nero, Io e Annarelle, trio con gli anni 80 nel cuore: "Pugni a terra" è l'opera di esordio di Pier Paolo Flammini
di Alessandra Clementi
3 Minuti di Lettura
Giovedì 14 Dicembre 2023, 17:29

ANCONA Una copertina bianca che ospita solo il titolo. Scelta che ricorda un romanzo di formazione per antonomasia come "Il giovane Holden" di Salinger. Così si presenta la prima opera del giornalista Pier Paolo Flammini dal titolo "Pugni a terra", un libro che non lascia indifferenti, un vero pugno allo stomaco del lettore, per destarlo dall'apatia, dal perbenismo e dall'ossessione del politicamente corretto.

Il passato

Nostalgia e oppressione sono i sentimenti che attraversano questo romanzo.

Poco più di 160 pagine che vedono protagonisti: Nero, Io e Annarelle. Ambientato tra la fine del Novecento e l'inizio del Duemila, è contraddistinto, nella prima parte, da una forte nostalgia per gli anni Ottanta che hanno visto ragazzi i tre protagonisti. Nero ha una infanzia gravata da una sciagura in mare che coinvolge la famiglia, e che ricorda i naufragi del Rita Evelin e del Rodi realmente accaduti a San Benedetto. Annarelle già a 14 subisce un abuso sessuale, ma il ricordo di quegli anni assume nelle pagine una valenza mitica, tra scontri fisici dopo le partite di calcio, una religione cattolica vissuta come una magia, le passioni per la musica rock e la poesia "maledetta" e, infine, l'avvento di Internet che cambierà il corso delle loro vite. Ma è il passaggio tra gli anni '80 e '90 che segnerà i tre giovani. Da questo momento il romanzo assume i tratti "dispotici" tratteggiando una società spaventosa affrontando il cosiddetto capitalismo distruttivo.

La realtà dispotica

«Questo libro- spiega Flammini nasce dal naufragio degli ideali che avevo vissuto nei venti anni, soprattutto l'appartenenza a movimenti e gruppi. Un libro che parla di una rivolta punk soprattutto nella seconda parte dove si arriva a una sorta di apocalisse e al capitalismo distruttivo». Flammini in questo libro si rifà agli scritti di James Ballard, al Pasolini di "Salò" e a Michel Houellebecq. Il romanzo prosegue con una seconda parte che vede protagonista il "futuro potenzialmente presente" con i tre protagonisti, ormai adulti, uniti dalla lotta per un impossibile ritorno a quel passato. Resterà però un mondo irriconoscibile, dominato da un capitalismo "distruttivo" in cui la popolazione stessa agevola l'arrivo del "Sistema Z".

La crudezza

Restano, dunque, soltanto pornografia e violenza, raccolte da Flammini in alcune pagine di crudezza estrema e iper-realistica: una critica feroce al presente dominato dall'ambivalenza tra narcisismo e voyeurismo. Un romanzo complesso anche se di facile lettura quello che segna l'esordio di Flammini nel mondo della letteratura a cui approda alla vigilia dei 50 anni e con un bagaglio di esperienze di giornalista ed economista.

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