Malato di Parkinson non trema più: operato al cervello, ora ha ripreso a suonare la chitarra

Malato di Parkinson non trema più: operato al cervello, ora ha ripreso a suonare la chitarra
Malato di Parkinson non trema più: operato al cervello, ora ha ripreso a suonare la chitarra
di Marianna Galeota
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Giovedì 25 Aprile 2019, 11:02 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 16:47

Malato di Parkinson non trema più: operato al cervello, ora ha ripreso a suonare la chitarraEliminazione istantanea del tremore del Parkinson, grazie a elettrodi impiantati alla base dell’encefalo collegati a un generatore di impulsi posto nella regione sottocutanea del torace. E’ l’intervento di stimolazione profonda cerebrale (Dbs) realizzato all’ospedale San Salvatore dell’Aquila su un paziente milanese 66enne affetto da Parkinson da oltre 16 anni. L’operazione, prima in Abruzzo nel suo genere, è stata eseguita dal dottor Francesco Abbate dell’équipe di Neurochirurgia diretta dal dottor Alessandro Ricci, ma è anche frutto di un lavoro di squadra che ha coinvolto anche il dottor Alfonso Marrelli della Neurofisiopatologia, il professor Carlo Masciocchi della Radiologia universitaria con la dottoressa Alessia Catalucci, il professor Carmine Marini direttore della Neurologia affiancato dai dottori Patrizia Sucapane e Davide Cerone, il dottor Franco Marinangeli direttore del reparto di Anestesia e la dottoressa Donatella Trovarelli.

Operato al cervello, malato di Parkinson non trema più: ha ripreso a suonare la chitarra
 

 

Con un semplice click dei medici che innesca un generatore di impulsi, l’uomo si è così riappropriato dell’autonomia dei movimenti di mani e braccia ed è tornato anche a suonare la chitarra. L’intervento è stato presentato ieri pomeriggio nell’aula Dal Brollo dell’ospedale San Salvatore dal direttore di Neurochirurgia Ricci, dal direttore del dipartimento chirurgico Walter Di Bastiano, dalla direttrice sanitaria della Asl n°1 Simonetta Santini, dagli assessori regionali alla Sanità Nicoletta Verì e al Bilancio Guido Liris e dal sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi. «Tutto è nato da una chiacchierata con il professor Masciocchi che ha iniziato a trattare i disordini del movimento con gli ultrasuoni focalizzati – ha detto Ricci – Avere un carico di pazienti con patologie neurodegenerative ci ha permesso di vedere ancora più pazienti nell’ambito dei quali sono comparse categorie che potevano essere suscettibili di un trattamento diverso. Il grande merito è del dottor Abbate che fisicamente fa le procedure, ma è importante anche ricordare che è stato un grande lavoro di équipe».

Ad esporre la tecnica con un video il dottor Abbate. «L’intervento si sviluppa in due fasi: la prima in anestesia locale, la seconda in anestesia generale in cui vengono impiantati gli elettrodi che annullano i sintomi del Parkinson quali la bradicinesia, la rigidità e il tremore. Gli elettrodi vengono successivamente collegati ad uno stimolatore che continua a inviare impulsi e a fare da start a quel sistema che è annullato nel circuito del movimento». Il generatore dura all’incirca 5-6 anni, anche se in condizioni ottimali, ha precisato il medico, «un paziente può stare anche 15-20 anni con questa terapia. Si tratta di un’operazione costosa, di per sé non remunerativa per la Asl, ma sicuramente è un investimento se si vuol credere nella tecnologia futura». La neurochirurgia funzionale, praticata in Abruzzo solo all’Aquila, è frutto della programmazione messa in campo negli ultimi anni dall’ex direttore generale Rinaldo Tordera.
Si tratta di una prestazione aggiuntiva, destinata ad esercitare un’attrazione sia in regione, sia al di fuori, quale servizio unico nel trattamento di patologie riconducibili a disturbi del movimento che non rispondono ai farmaci, epilessia, dolore cronico, spasticità e disfunzioni retto-vescicali. Marianna Galeota

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