Firenze, in taxi con zia Caterina i piccoli pazienti oncologici del Meyer diventano supereroi

Zia Caterina e il suo taxi
Zia Caterina e il suo taxi
di Sabrina Quartieri
4 Minuti di Lettura
Giovedì 30 Novembre 2017, 19:47 - Ultimo aggiornamento: 23:25

Quando si sale a bordo del taxi “Milano 25” basta chiudere gli occhi per un istante e i brutti pensieri si trasformano in una pioggia di sorrisi. Già, perché il tetto di questo insolito cab londinese che si aggira per Firenze, è fatto di un cielo azzurro puntellato di nuvole bianche. Tra i coloratissimi sedili dell’abitacolo invece, spuntano pupazzi, matite, pennarelli e album per disegnare. Basta quindi una piccolissima dose di immaginazione, per sentirsi su un’astronave o in sella a un elegante cavallo alato. A rendere tutto davvero speciale e magico, però, è la proprietaria dell’automobile: una donna che indossa un lunghissimo mantello, un cappello pieno di fiori che copre degli insoliti boccoli polvere di luna e un grande paio di occhiali gialli con ciglia applicate. Un ornamento che illumina ancora di più un viso lucente e sempre sorridente. Il viaggio con zia Caterina, infatti, è all’insegna dell’allegria, qualunque sia la destinazione da raggiungere. E della speranza anche. Perché molte volte, le corse da affrontare vanno e vengono dall’ospedale pediatrico Meyer. I clienti più affezionati di questa donna che, con il suo look, fa pensare a Mary Poppins, sono i piccoli pazienti del reparto di oncologia della struttura sanitaria, dove si sottopongono a sedute di chemioterapia.
 

 


In compagnia di Caterina Bellandi però, anche il momento più difficile e doloroso può diventare un po’ meno complicato. Durante il tragitto, i suoi ospiti sono i padroni del taxi e ogni loro desiderio diventa un ordine: ci si ferma per un gelato, una bibita o un pezzo di pizza. Poi, mentre si percorre il tratto di strada verso il Meyer, si canta, si gioca e si fanno giganti bolle di sapone. Per la speciale driver fiorentina, è questo l’unico modo che, da anni, riesce a farla sentire viva. In passato, lei stessa ha subito una perdita importante: il taxi che ha ereditato tanti anni fa apparteneva infatti a suo marito, venuto a mancare per un cancro. Il cab che Caterina invece guida oggi è dedicato a un ragazzo di Aprilia, una cittadina in provincia di Latina. La storia è di quelle tristi, perché Luca sette anni fa, dopo aver lottato con una brutta malattia alle ossa, ha perso la sua battaglia. Ma all’epoca la sua amicizia con zia Caterina era già forte (era stata lei in passato ad accompagnare il giovane al Meyer dove veniva seguito). I due avevano addirittura condiviso un viaggio insieme a Londra: lui con una gamba amputata per via della sua patologia e lei con la sua vecchia Chrysler con cui lo aveva raggiunto. Un taxi che a Luca non piaceva granché.
 
Per lui Caterina si meritava un elegante cab inglese. E proprio per questo, quando il ragazzo venne a mancare, la donna decise di acquistarne uno. Oggi, a distanza di tempo, la sua automobile bianca è decorata con i fumetti dei suoi supereroi, tutti bambini che la zia più buona d’Italia accompagna gratuitamente in ospedale (anche Luca è presente, disegnato come un porcospino per la sua personalità un po' caparbia che non amava compromessi). E il mezzo è considerato il compagno più fedele di Caterina e di tutti i suoi piccoli ospiti. A bordo della sua vettura speciale – che funziona come gli altri taxi – la signora con cappello e mantello va ovunque. Anche a Roma, dove ultimamente si è sentita chiamare all’improvviso in una mattinata di fine novembre da una sua vecchia conoscente, che aveva incontrato durante un pellegrinaggio a Santa Rita da Cascia. E con lei zia Caterina è salita persino in Campidoglio, dove è stata ricevuta dalla sindaca Virginia Raggi, assieme alla ragazza e ai familiari che accompagnava. Giovedì 7 dicembre prossimo sarà invece la volta del Vaticano. La taxi driver che sembra un angelo, infatti, andrà in udienza privata da Papa Francesco insieme alla Fondazione Lene Thun di Bolzano. Con loro ci saranno i bambini ricoverati nei reparti di oncoematologia pediatrica di alcuni ospedali italiani, che doneranno al Pontefice le sfere per l’albero di Natale di San Pietro, realizzate durante i laboratori di ceramicoterapia. Per contattare zia Caterina: http://www.milano25onlus.org/sito/Chisono.html; tel. 328 5434237.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA