Allenarsi all'ottimismo. una saggezza millenaria comune a molte culture del mondo

Anna Maria Morsucci
Anna Maria Morsucci
di Anna Maria Morsucci
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Venerdì 9 Luglio 2021, 16:44

ANCONA - «Il pensiero crea, la parola crea: il pensiero, la parola, la luce, come un suono, formano delle vibrazioni onnipotenti. Pensate alla gioia, all’amore, alla salute, all’abbondanza, alla pace. Anche solo farlo emanerà in voi onde benefiche e vi permetterà di attirare tutto ciò che è conforme a questo radioso programma». Così scriveva Marcelle Auclair, giornalista, fondatrice del giornale Marie Claire e autrice di libri sulla felicità. Ma il pensiero creatore non è una invenzione recente: viene da una saggezza millenaria comune a molte culture del mondo. Negli ultimi anni la confusione ha regnato sovrana attorno a questo concetto. Affermazioni come «l’unico modo che hai per migliorare la tua vita è cambiare il tuo modo di pensare» o «il destino o il caso non c’entrano nulla con quello che ti capita» in alcune persone che si sono avvicinate alla crescita personale e a quello che viene chiamato “pensiero positivo” possono generare più ansia e senso di colpa che ottimismo. Eppure, nella loro apparente banalità, sono all’origine di ogni tipo di creatività e anche della nascita della magia. La capacità di spaziare con il pensiero e di immaginare è un dono innato in ognuno di noi. Ma va prima compreso a fondo il loro funzionamento per poi applicarlo con forza di volontà e, soprattutto, costanza.
Una visione antica
La tradizione dell’India insegna “l’uomo diventa ciò che pensa”. La Bibbia dice “come un uomo pensa nel suo cuore così egli è”. E anche la tradizione esoterica ritiene che il pensiero abbia una consapevolezza e una vita propria e che resti legato ed influenzi con relazioni invisibili chi lo formula. Il “colore” del pensiero varia a seconda della sua qualità e del suo grado di elevazione, la sua “forma” ne rivela l’oggetto e la natura, i “contorni” indicano invece il grado di concentrazione: più questo è potente più i contorni saranno precisi e netti. Un pensiero può esistere indefinitamente al di fuori del campo di coscienza del suo autore, che attirerà a sé dei pensieri della stessa natura ed andrà ad alimentare delle correnti di energia mentale simili. Lo Yoga Vashista afferma: «Si diventa ciò che senza sosta si afferma di essere. Ci si riempie di poteri grandi quanto si possa desiderare, in proporzione all’affermazione che si è fatta». Insomma tutto c’è che siamo è il risultato di ciò che abbiamo pensato.
I motori all’azione
I nostri pensieri hanno il potere di spingerci in avanti, di fermarci o di farci retrocedere. Cambiare un semplice pensiero può avere un impatto significativo sui nostri risultati finali. Immaginiamo di essere una sfera suddivisa in tre strati diversi - personalità, pensieri, comportamenti - che si influenzano a vicenda. Se vogliamo migliorare la nostra vita dobbiamo agire su questi strati. Poniamo l’attenzione su ciò che vogliamo, invece che su ciò che non vogliamo, focalizziamo il pensiero su come raggiungere l’obiettivo e poniamo in essere le azioni necessarie. Il pensiero genera la realtà.
Un esercizio da fare
I fonemi delle lingue sacre, come il sanscrito, l’ebraico o l’arabo sono considerati l’origine del mondo che si manifesta perché le parole utilizzate da milioni di individui da migliaia di anni contengono un potere che ci ricollega ai campi di energia positiva o negativa.

Allo stesso modo, esercitiamoci con le parole. Scriviamo su un foglio 10 pensieri energizzanti. Indichiamo poi che cosa è “energizzante” secondo noi. Accanto ai pensieri scriviamo come questi ci possono aiutare nella vita. Una volta completato questo esercizio focalizziamoci sulle parole. Scegliamo 10 parole che consideriamo energizzanti e impegniamoci a utilizzarle ogni giorno. 

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