Sul dondolo, sicure di sapere cosa sta facendo nostro figlio

Sul dondolo, sicure di sapere cosa sta facendo nostro figlio
di Raffaella Troili
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Mercoledì 18 Luglio 2018, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 06:02
Ma’ esco non mi chiama’ venti volte. «Sì sì certo vai tranquillo», la porta si chiude, un sorriso beffardo si schiude, tanto ti ho in pugno, pensa il genitore. Raccomandazioni e apprensioni contraddittorie hanno preceduto l’uscita nel luogo delle vacanze, amici vecchi e nuovi, e un anno in più che fa sentire diversi. «Non andare in centro storico, nella piazza, c’è un viavai di gente, troppa confusione». Segue un silenzio, più che d’assenso sa di presa in giro. «Ah, e non andare giù alla spiaggia, dove ci sono i gonfiabili, non mi ha mai ispirato». Sempre silenzio, di quelli che si usano per assecondare i matterelli. «Però alzati dai che ti aspettano, vuoi passare l’estate davanti alla play?». E qui un sibilo impercettibile di insofferenza scuote il silenzio. Finalmente soli, anzi no. Il sistema di geolocalizzazione è attivato, il genitore tranquillo, quel pallino rosso nel telefono indica in tempo reale gli spostamenti del figlio. È un lavoro sporco ma qualcuno si deve infangare le mani. «Vediamo un po’ dove sta?», stesi sul dondolo in ciabatte, altro che appostamenti. Il pallino rosso non ha dubbi: si ferma sotto il porto, sugli scogli, al buio, davanti il mare. Con tanti posti movimentati, la piazza, la spiaggia, guarda dove è andato a finire. Cala il silenzio. 

raffaella.troili@ilmessaggero.it
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