Lavinio, tassista pensionato muore travolto dalla sua auto nel garage di casa

Nando Iori, la vittima
Nando Iori, la vittima
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Lunedì 17 Giugno 2019, 12:49 - Ultimo aggiornamento: 17:38
Con la famiglia era stato, nell’immediato dopoguerra, uno dei pionieri che hanno contribuito a creare Lavinio, sul litorale nord di Anzio. Nando Iori, 86 anni, tassinaro, è morto sabato mattina nel modo più crudele, travolto dalla propria autovettura, una vecchia Punto adibita a taxi, che aveva parcheggiato alla sommità della rampa del garage della propria abitazione su lungomare Enea a pochi passi da piazza San Francesco cuore di Lavinio mare. Secondo la ricostruzione fatta dalla polizia il pensionato ha forse messo male il freno a mano perché l’autovettura è tornata indietro e lo travolto; aveva appena richiuso la serranda basculante e forse ha anche cercato di fermare la Punto, ma non è servito.
A dare l’allarme è stata la moglie con la quale l’uomo aveva appuntamento per fare colazione. A trovarlo incastrato sotto l’autovettura sono stati gli agenti di una volante del Commissariato di polizia di Anzio intervenuti sul posto proprio su sollecitazione della donna. Nando Iori dava ancora segni di vita: è stato trasferito in ambulanza all’ospedale “Riuniti” di Anzio, dove però ha cessato di vivere a causa delle gravi ferite interne da schiacciamento. «Con tutta probabilità - spiegano gli investigatori - ha cercato anche di fermare la macchina che stava scendendo dalla rampa, ma non ha avuto scampo». Un incidente assurdo dovuto, con tutta probabilità, ad un momento di distrazione. Il corpo dello sfortunato pensionato è stato messo a disposizione dell’autorità giudiziaria che dovrà decidere se disporre l’autopsia.
A Lavino mare Nando Iori era un personaggio conosciuto e stimato. Il più grande dei tre figli di Milena e Amedeo che nell’immediato secondo dopoguerra si erano trasferiti da Roma, dal quartiere San Lorenzo martoriato dai bombardamenti, sul litorale sud per cominciare una nuova vita. «In quegli anni Lavinio era poche case - ricorda Massimo Lippi, imprenditore della zona - il resto era tutta campagna. Amedeo e Milena arrivarono qui e aprirono le prime attività commerciali su questo territorio». Nel 1946, quando le ferite della guerra erano ancora aperte e visibili sul litorale di Anzio che solo due anni prima era stato teatro dello sbarco degli angloamericani, la famiglia Iori inaugurò la prima trattoria della zona e il primo stabilimento balneare, il famoso “Miramare” che ancora oggi è il fiore all’occhiello del litorale di Lavinio ed è gestito da Alberto, fratello minore di Nando. «I ragazzi Iori - ricorda ancora Massimo Lippi - sono stati per anni accanto ai genitori nella gestione della trattoria e della spiaggia. Ad un certo punto Nando ha deciso di seguire un’altra strada; acquistò una licenza di taxi e svolgeva la sua attività soprattutto a Roma. Ma la sera rientrava sempre a Lavinio dalla sua famiglia e ha continuato ad abitare sul lungomare Enea a poche centinaia di metri dallo stabilimento balneare fondato dai genitori. Era un omone, sempre gioviale, pronto alla battuta, grande tifoso della Roma, aveva mantenuto intatta la sua romanità, il suo attaccamento alle origini. Con Nando se ne è veramente andato un pezzo della storia di Lavinio».
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