Undici mesi fa provocarono la morte di un neonato di appena venti giorni tra Monte Compatri e Colonna, praticandogli una circoncisione. I carabinieri di Colonna e Frascati, coordinati dalla Procura di Velletri, sono risaliti alle autrici dell’operazione in poche ore.
Così le tre donne di origini nigeriane, tra cui la madre trentenne del piccolo, venerdì sono state condannate dal Tribunale di Velletri: otto anni di reclusione alla donna che materialmente eseguì la circoncisione, sei anni alla donna che le prestò aiuto nell’operazione e quattro anni e sei mesi alla mamma del piccolo, deceduto qualche ora dopo, durante una disperata corsa verso il policlinico di Tor Vergata.
L’ACCUSA
Le tre erano accusate di omicidio preterintenzionale e, esclusa la madre, per esercizio abusivo della professione medica.
I carabinieri di Colonna la trovarono disperata, mentre stavano eseguendo un posto di blocco in via Casilina, all’altezza del capolinea della metro C, e scortarono fino al policlinico di Tor Vergata l’automezzo del 118 arrivato poco dopo. Ma i medici non poterono salvare la vita al bimbo. Agli inquirenti la mamma spiegò di essersi rivolta a una connazionale con l’obiettivo di individuare chi fosse disposto a praticare la circoncisione. L’intermediaria la portò da un’altra nigeriana residente a Mentana. Quest’ultima non aveva alcuna qualifica sanitaria per praticare l’intervento, ma si rese comunque disponibile a farlo. Così tornarono tutte e tre a Pantano e fecero l’operazione: la donna di Mentana eseguì materialmente il taglio con l’aiuto dell’intermediaria. Nessuna delle tre aveva intenzione di provocare la morte del piccolo, ma sono andate avanti nonostante il rischio del decesso, incorrendo nella morte del neonato e quindi, qualche giorno fa, nella condanna per omicidio preterintenzionale. Gli inquirenti riuscirono a individuare le due donne in poche ore. Quando la mamma indicò loro l’intermediaria, i carabinieri la arrestarono nella zona di Tor Vergata. Durante l’interrogatorio anche lei ammise gli addebiti e indicò agli investigatori il numero di telefono della donna di Mentana.
Gli investigatori di Colonna e Frascati arrivarono anche a quest’ultima, individuandola grazie alle fotografie della banca dati del servizio immigrazione. La trovarono in possesso di oltre quattromila euro e di numerose siringhe e medicinali vari, nonostante avesse affermato di lavorare solo come badante. La portarono in caserma e la arrestarono dopo che fu riconosciuta dalla mamma del bimbo deceduto. Quest’ultima fu invece denunciata a piede libero. Nei giorni successivi il giudice per le indagini preliminari di Velletri interrogò le donne arrestate, confermando la custodia cautelare in carcere per l’esecutrice materiale della circoncisione e disponendo gli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico per l’altra arrestata.