Infarto, terapia genica made in Italy ripara il cuore cancellando le cicatrici

Una nuova terapia ripara il cuore dopo l'infarto
Una nuova terapia ripara il cuore dopo l'infarto
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Mercoledì 8 Maggio 2019, 19:45

Una nuova terapia genetica e made in Italy per riparare il cuore dopo un infarto, stimolando la rigenerazione delle sue cellule. La tecnica è descritta sulla rivista scientifica Nature e la ricerca è stata coordinata dal Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologia (Icgeb) di Trieste e dalla Scuola Superiore Sant'Anna di PisaGli studiosi hanno scoperto che dopo un infarto la somministrazione di un piccolo farmaco genetico stimola la rigenerazione del cuore, attivando la proliferazione delle cellule cardiache.

L'infarto del miocardio - il tessuto muscolare che costituisce le pareti del cuore - interessa più di 23 milioni di persone al mondo ed è causato dall'occlusione improvvisa di una delle arterie coronarie. Si tratta della principale causa di scompenso cardiaco. Questa condizione è legata all'incapacità del cuore di riparare i danni che subisce: dopo un infarto, l'unica possibilità di riparazione è la formazione di una cicatrice, che però a lungo andare compromette la funzione cardiaca.

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Lo studio e la nuova scoperta - Il team di ricerca guidato da Mauro Giacca dell'Icgeb di Trieste e da Fabio Recchia dell'Istituto di Scienze della Vita della Sant'Anna di Pisa, ha dimostrato come la somministrazione di un piccolo Rna, chiamato microRna-199, sia in grado di stimolare la rigenerazione del cuore nel maiale (l'animale su cui è stato condotto lo studio), portando al ricupero quasi completo della funzionalità cardiaca a un mese dopo l' infarto. Il cuore del maiale è molto simile a quello umano dal punto di vista delle proprietà anatomiche e fisiologiche, facilitando quindi il trasferimento di questi risultati ai pazienti.

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Il lavoro è stato condotto in collaborazione con la Fondazione Monasterio a Pisa, dove la valutazione funzionale dell'effetto del microRna sui maiali è stata eseguita sotto la supervisione di Giovanni Aquaro, e la School of Cardiovascular Medicine & Sciences del King's College London, dove Giacca sta spostando il suo team di ricerca per proseguire le proprie ricerche sullo sviluppo di nuovi farmaci biologici per le malattie cardiache. 


 

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