​Diabete, un italiano su 60 non sa di averlo: complicanze per il 30%

Diabete, un italiano su 60 non sa di averlo: complicanze per il 30%
​Diabete, un italiano su 60 non sa di averlo: complicanze per il 30%
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Venerdì 23 Agosto 2019, 19:19 - Ultimo aggiornamento: 19:20

Aumentano i casi di diabete in Italia. I pazienti negli ultimi 30 anni sono più che raddoppiati, ma un italiano su 60 non sa di soffrirne e 3 su 10 hanno già complicanze. È quanto emerso oggi al Meeting Salute di Rimini dall'incontro 'Parliamo di diabete', che ha riunito diabetologi, esperti e associazioni. «Si infoltiscono sempre più le fila dei casi italiani di diabete che nel 1985 erano circa 1 milione e mezzo e che oggi hanno raggiunto i 5 milioni (dati Sid, Società italiana di diabetologia) - evidenziano gli esperti - Un dato esponenziale destinato a crescere, che non si sta rivelando indicatore di un processo di prevenzione e individuazione di persone con diabete, visto che non conteggia il milione di italiani che non sanno di essere già malati».

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Secondo gli specialisti, il fattore tempo si conferma discriminante «al punto da penalizzare già il 30% di queste persone, che riportano complicanze micro o macrovascolari, dato allarmante confermato da uno studio danese che ha coinvolto 7 mila pazienti». I numeri della ricerca scandinava «devono contribuire a estendere il 'sospettò che proprio un paziente su 60 che si rivolge a noi è una sicura diagnosi precoce di diabete. Abbiamo strumenti e strutture in grado di poter intervenire in tempo più che utile - spiega il relatore del Meeting Walter Marrocco, responsabile scientifico della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) - e accompagnare il paziente fin da subito nel difficile e lungo percorso che il diabete comporta; indubbiamente, è tuttavia auspicabile un maggior riconoscimento e continuo sostegno da parte delle Istituzioni».

Una volta diagnosticato il diabete, entra in gioco il ruolo di chi dovrà gestire la malattia. La precocità dell'intervento permette anche un'importante pianificazione della terapia nel tempo e, grazie ai successi della ricerca, di condurre una vita più serena. «La vera sfida di noi diabetologi e dei colleghi di medicina generale è responsabilizzare i pazienti alla gestione quotidiana del diabete - precisa Riccardo Fornengo dell'Asl Torino 4 Chivasso Piemonte, consigliere nazionale dell'Associazione medici diabetologi - una patologia cronica spesso asintomatica e che, se non curata, ha un enorme impatto sulla qualità e sull'aspettativa di vita delle persone. Una sfida che può essere affrontata solo assieme». Molti gli argomenti affrontati nel corso dell'incontro riminese: dagli effetti paradossali e collaterali della cronicità, alle 'bufalè più diffuse ('ho un pò di diabete, non posso più mangiare dolci...'), fino alle ultime innovazioni farmacologiche e tecnologiche.

«Le tecnologie possono accompagnare il cambiamento rendendo la gestione del diabete meno 'pesantè, oltre a offrire un miglioramento clinico - continua Fornengo - Il livello di precisione dei device a disposizione ha segnato un cambiamento epocale nella gestione del diabete. Spiego sempre che ora possiamo addirittura 'indossarè i dispositivi viste le dimensioni molto ridotte, la mancanza di fili, tubi e cateteri, evitando le punture quotidiane alle dita e le iniezioni ripetute. Ritengo corretto che il paziente debba essere informato e aggiornato, e ringrazio di poterlo fare anche in questa importante occasione». «Anche in campo scientifico - conclude l'esperto - sta crescendo l'interesse e la necessità di dimostrare il livello di efficacia di questi dispositivi e dei cambiamenti che comportano in termini di qualità di vita. In uno dei più recenti registri su quasi 2 mila pazienti adulti e pediatrici in terapia, l'uso di due nuove tecnologie semplici da usare, ma di alto profilo tecnologico, ha dimostrato un controllo glicemico superiore rispetto a quello osservato nel Registro nazionale americano».
 

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