Coronavirus, funziona il farmaco anti-artrite. L'oncologo Ascierto: «Ora protocollo nazionale»

Coronavirus, funziona il farmaco anti-artrite. L'oncologo Ascierto: «Ora protocollo nazionale»
Coronavirus, funziona il farmaco anti-artrite. L'oncologo Ascierto: «Ora protocollo nazionale»
di Nicoletta Cozza
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Martedì 10 Marzo 2020, 09:28 - Ultimo aggiornamento: 11 Marzo, 16:53

Coronavirus. La speranza c'è. Arriva da Napoli, e precisamente da un farmaco utilizzato contro l'artrite reumatoide. Ma che ha fatto migliorare in maniera significativa, e nel giro di poche ore, alcuni pazienti contagiati dal Coronavirus. Ad avere l'intuizione che questa potrebbe essere la strada per contenere il distress respiratorio che impone il ricovero in terapia intensiva per un numero elevatissimo di malati, e quindi a provarlo per la prima volta, è stato il professor Paolo Ascierto, fratello dell'onorevole padovano Filippo, direttore dell'Unità di Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell'istituto partenopeo Pascale, il quale da anni collabora con i colleghi cinesi per la cura dei tumori. E proprio l'immunoterapia è stata il punto di partenza che lo ha indotto a sperimentarlo per le complicanze del Coronavirus. Nella fattispecie lavorando a braccetto con il virologo Franco Buonaguro.

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Professor Ascierto, partiamo dalla fine. Come stanno i soggetti a cui avete somministrato il Tocilizumab?
«Meglio, decisamente meglio. Ne abbiamo scelti due fra quelli ricoverati al Cotugno di Napoli con una polmonite severa da Coronavirus: uno in discrete condizioni, ricoverato in reparto, e l'altro in terapia intensiva, più grave e intubato. Il primo ha assunto la medicina sabato a metà giornata e il secondo la sera. Entrambi sono migliorati, ma chi ha risposto in maniera maggiormente soddisfacente è stato proprio quello in situazione più critica. Già la mattina successiva all'infusione ha iniziato a respirare con meno difficoltà e oggi verrà estubato. Nel frattempo in Cina il mio collega Wei Haiming Ming ha sottoposto al medesimo piano terapeutico 21 pazienti contagiati dal Coronavirus e ben 20 hanno fatto registrare evoluzioni positive nel giro di 24-48 ore. E pure all'ospedale di Bergamo ci sono stati risultati confortanti. Adesso, nei casi più problematici, questo stesso medicinale verrà utilizzato in altri nosocomi italiani, tra cui il Sacco e lo Spallanzani, sulla scia dei riscontri avuti sia qui a Napoli, che in Cina».
Ma come funziona?
«Si effettua un'unica somministrazione che agisce tra l'altro senza interferire minimamente con il protocollo terapeutico per il Coronavirus, basato sui farmaci antivirali e quindi per questo possono essere trattati pazienti in condizioni critiche. Non agisce direttamente contro il virus, ma dà risultati nei casi di gravi complicanze respiratorie. Abitualmente si usa per combattere l'artrite reumatoide ed è un farmaco di elezione nella cura della sindrome da rilascio citochimica, dopo trattamento con le cellule Car-T. Un meccanismo molto simile a quanto avviene in caso di Coronavirus, dove ci troviamo a fronteggiare il distress respiratorio dovuto appunto a questo tipo di contagio».
E quindi?
«Il Tocilizumab serve a migliorare, o a risolvere, la polmonite provocata dal Coronavirus e che dà i sintomi per cui i contagiati finiscono in rianimazione, intubati, in quanto non c'è più uno scambio di ossigeno a livello degli alveoli polmonari. Riuscendo a migliorare la respirazione, quindi, abbiamo fatto già un passo avanti nella cura del Coronavirus e, soprattutto, riduciamo il numero dei pazienti che finiscono in terapia intensiva. E per quelli che già ci sono, c'è comunque la possibilità di tornare in reparto e di liberare letti nelle rianimazioni per chi sta peggio. Nel frattempo si prosegue con le terapie a base di anti virali mirati, che servono proprio a contrastare il virus».
E adesso come andrete avanti?
«Dobbiamo somministrarlo già ora su larga scala. Oggi qui a Napoli lo daremo ad altri due malati e poi via via aumenteremo il numero dei pazienti su cui utilizzarlo. Anche perche, ripeto, il farmaco è disponibile, essendo stato prodotto per l'artrite reumatoide, e la sua tossicità non è rilevante. Certo, il mio è un atteggiamento di cauto ottimismo, ma intanto il recupero della funzionalità respiratoria è conclamato».

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