Uova all'insetticida, allarme in Europa: controlli rafforzati nel mercato italiano

Uova all'insetticida, allarme in Europa: controlli rafforzati nel mercato italiano
di Alessandra Camilletti
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Giovedì 10 Agosto 2017, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 11 Agosto, 19:46
L'effetto più concreto è la ricerca scattata in tutta Europa delle uova contaminate. Quanto alle possibili ricadute sulla salute, secondo l'Istituto tedesco per la gestione del rischio, una persona adulta dovrebbe ingerire nello stesso giorno fino a sette uova, per sentire gli effetti nocivi del Fipronil, stando alle concentrazioni in cui è stato trovato nelle uova partite da Olanda e Belgio. In Francia il riscontro c'è stato in cinque imprese.

Nel Regno Unito nello 0,0001 per cento delle uova importate. C'è preoccupazione anche in Italia, sull'eventuale arrivo delle uova contaminate, per cui sono subito scattati i controlli. Il prodotto è arrivato fino ad Hong Kong: due campioni su un milione di uova importate. Ma questo poco consola, se si pensa all'allerta. E proprio a trent'anni da mucca pazza. Secondo Federconsumatori e Fiesa-Confesercenti, gli allarmi-cibo negli ultimi quindici anni sono costati 12 miliardi di euro.

LA DISPUTA
Il caso delle uova contaminate con la sostanza antipulci - comunemente usata per gli animali domestici ma vietata nell'attività di allevamento - ha portato al richiamo e al ritiro di una decina di milioni di prodotti, per ragioni precauzionali, in particolare tra Belgio, Olanda e Germania, scatenando anche una disputa politica a livello europeo. Proprio dalla Germania è risuonato l'allarme: in nove Land su 16 sono stati emessi diversi provvedimenti precauzionali per tutelare la salute dei cittadini.

Il caso nel caso è scoppiato soprattutto sull'allerta, con uno scambio di accuse tra Belgio e Olanda. La pratica ieri è approdata al parlamento federale belga con l'audizione alle commissioni congiunte Economia e Salute dei ministri alla Salute e all'Agricoltura, Maggy De Block e Denis Ducarme. In carica dal 29 luglio, Ducarme ha attaccato le autorità sanitarie olandesi sostenendo che sapevano delle uova al Fipronil da novembre dello scorso anno e non hanno avvertito nessuno. Il ministro ha presentato un rapporto del Nvwa, l'agenzia per la sicurezza alimentare dell'Aja.

A sua volta, il direttore generale dell'agenzia, Rob van Lint, ha ribattuto che il rapporto parlava delle stalle e non delle uova: da qui la valutazione di assenza di rischi per la salute. Nel mirino, già da giorni, si trova l'Afsca (organismo pari al Nvwa) accusata di essere a conoscenza della questione da giugno, ma di aver notificato il caso all'Unione europea solamente il 20 luglio. La Commissione europea si tiene equidistante: rinvia agli Stati membri la responsabilità «primaria» per la sicurezza alimentare, ma «monitora la situazione».

L'ORIGINE
Secondo l'accusa, il Fipronil è stato utilizzato per rafforzare gli effetti di un prodotto convenzionale, poi venduto agli allevatori tra Belgio e Paesi Bassi. Di fatto, si riduce il numero di trattamenti ordinari nell'arco dell'anno, quasi dimezzandoli. Le indagini sono concentrate su due aziende: una società in Olanda che offriva il trattamento e una società delle Fiandre, in Belgio appunto, che forniva l'insetticida. Ora, gli olandesi stanno analizzando anche le carni: oltre 150 allevamenti sono chiusi da una settimana per accertamenti.

I DATI
Secondo le indagini condotte attraverso il Rasff, sistema europeo di allerta per la sicurezza alimentare, il nostro ministero della Salute ha precisato che «non risultano distribuite in Italia le uova contaminate con Fipronil». Coldiretti, dal canto suo, fa presente la necessità di «togliere il segreto sulla destinazione finale dell'import di tutti i prodotti alimentari», sottolineando che «i 2/3 delle uova consumate dagli italiani attraverso pasta, dolci ed altre preparazioni alimentari sono derivati delle uova».

Uova di cui, in etichetta, non è indicata la provenienza. Nei primi quattro mesi di quest'anno - dicono i dati Coldiretti - l'Italia ha importato 578mila chilogrammi di uova dai Paesi Bassi, pur essendo autosufficiente. Produciamo 12,9 miliardi di pezzi all'anno. Il consumo pro-capite è di 215 uova. Di queste, 140 arrivano direttamente sulla tavola, il resto è utilizzato per preparare altro. A partire dai dolci.
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