Vaccini, obbligo fino a 14 anni: la Regione Lazio accelera sulla legge, prevista sospensione da scuola

Vaccini, obbligo fino a 14 anni la Regione Lazio accelera sulla legge
Vaccini, obbligo fino a 14 anni la Regione Lazio accelera sulla legge
di Camilla Mozzetti
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Sabato 6 Aprile 2019, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 08:28

Tutelare i bambini più indifesi gli immunodepressi o i piccoli impossibilitati a sottoporsi alle vaccinazioni per motivi di salute (e non perché figli di genitori no-vax) al fine di garantire loro l'accesso all'istruzione. La storia del piccolo Matteo, affetto da una leucemia linfoblastica acuta di tipo b, che ha rischiato di non poter rientrare a scuola per la presenza di un compagno che non aveva ultimato i richiami vaccinali, ha spinto la Regione Lazio a presentare una proposta di legge che planerà nella giunta guidata da Nicola Zingaretti la prossima settimana per arrivare poi in Consiglio in vista dell'approvazione definitiva. A redigerla, l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato. L'aspetto più importante è tutto rinchiuso nell'articolo 2 Interventi di urgenza in materia sanitaria per la tutela dei soggetti immunodepressi: le scuole d'accordo con le Asl trovandosi di fronte alla possibilità di avere più di «due minori non vaccinati all'interno delle classi di studenti per cui vige l'obbligo scolastico, possono proporre l'adozione di interventi provvisori d'urgenza, ivi compresa la sospensione temporanea dell'attività scolastica».

LA SOSPENSIONE
Ciò significa che se possono essere secondo la norma nazionale esclusi o allontanati dagli asili nido e dalle scuole d'infanzia i bimbi non vaccinati o con le certificazioni mancanti, anche alle elementari e alle medie potrebbero scattare dei provvedimenti che oltrepassano la sola ammenda pecuniaria stabilita dallo Stato per i casi di infrazione. Perché la proposta di legge va a coprire l'intero arco della scuola dell'obbligo. Il tutto solo in presenza, però, di bambini con leucemie, cancri, tumori che non possono di fatto entrare in contatto con compagni che non sono vaccinati o non hanno ultimati i richiami, ad esempio, per il morbillo o la rosolia perché un eventuale contagio potrebbe tramutarsi in un rischio mortale. «Ci siamo accorti spiega D'Amato di un vulnus della norma nazionale per i soggetti più deboli ovvero per gli immunodepressi, maggiormente esposti ai rischi quando ci sono compagni di classe non vaccinati». La legge è per loro, per i tanti Matteo che nel Lazio vivono la loro condizione nel silenzio. La norma rappresenta uno strumento in più in un panorama nel quale i casi di no-vax o richiami mancanti sono comunque molto bassi eppure esistono.

I DATI
Su una popolazione media di 300 mila bambini iscritti alle elementari i soggetti fragili ammontano al 3%. Mentre la copertura vaccinale nel Lazio (al 30 giugno dello scorso anno) per il morbillo, parotite, rosolia ammontava al 97,5%. «Lo spirito della legge è tutelare i soggetti immunodepressi e a fronte di due diritti, ovvero quello alla salute e il diritto all'istruzione, di fronte ai quali la legge nazionale rappresenta un punto di equilibro, è predominante il diritto alla salute», prosegue D'Amato. In sostanza, una volta approvata la legge qualora dovesse presentarsi un altro caso come quello del piccolo Matteo le famiglie non in regola sarebbero obbligate a portare a termine il quadro vaccinale anche alle elementari e alle medie rischiando non solo la multa (variabile da 100 a 500 euro) ma anche la sospensione temporale dalla scuola. La proposta D'Amato è anche uno strumento in più per le autorità scolastiche «Per poter dire alle famiglie conclude l'assessore che non sanno o non vogliono portare a compimento il percorso vaccinale che lo devono fare per non pregiudicare l'accesso alla scuola ad altri bambini malati».
 

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