Salute, il 40% dei giovani uomini ha una malattia andrologica: centro prevenzione a Roma

Salute, il 40% dei giovani maschi ha una malattia andrologica: a Roma nasce nuovo centro per la prevenzione
Salute, il 40% dei giovani maschi ha una malattia andrologica: a Roma nasce nuovo centro per la prevenzione
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Mercoledì 28 Novembre 2018, 15:38
Tra il 30 e il 40% dei giovanissimi maschi tra i 16 e i 18 anni convive con una malattia andrologica che potrebbe compromettere la salute riproduttiva. Disturbi che se riconosciuti e trattati sono reversibili. Per uno su 10 ad esempio un piccolo intervento chirurgico basta a scongiurare il rischio di veder svanire il desiderio di paternità: varicocele (la dilatazione delle vene del testicolo), fimosi (il restringimento del prepuzio), frenulo corto, idrocele (una raccolta di liquido nel testicolo) ecc. sono identificabili con un semplice esame obiettivo. Anche forma, posizione e volume dei testicoli possono essere spia di disturbi.

“C’è molto da fare nei giovanissimi” spiega il Professor Salvatore Sansalone, Ricercatore all’Università di Tor Vergata inaugurato oggi “orfani della visita di leva che era una formidabile ed efficace forma di screening della popolazione maschile. Inoltre la cultura della prevenzione non è appannaggio del sesso maschile, più preoccupato della sessualità che della fertilità. Eppure la fertilità maschile è in crisi: secondo alcuni studi dell’1,4% l’anno, ma non è tutto perché negli ultimi 40 anni (dal 1973 al 2011) il numero di spermatozoi medi presenti nel liquido seminale è diminuito del 52,4%. Dati che hanno portato l’OMS a dichiarare l’infertilità una malattia sociale: solo in Italia 1 coppia su 5 in età fertile ha difficoltà a concepire”.

I maschi in particolare sono poco consapevoli delle conseguenze delle malattie sessualmente trasmesse. Non sanno che l’infezione da Papilloma virus (HPV) è uno dei principali fattori di rischio di cancro genitale e secondo i dati del Ministero della Salute solo il 33% dei diciottenni usa regolarmente il profilattico. Il che rende forse conto dell’incidenza dei tumori genitali maschili più che raddoppiata dal 1975 al 2018 con una diagnosi tardiva in circa il 75% dei casi. “La prevenzione sembra quindi la grande assente della salute riproduttiva maschile” sottolinea Marco Fabio Pulsoni, Presidente della Casa di Cura Sanatrix: “il nuovo centro si propone di essere un riferimento di eccellenza nella Capitale grazie ad un servizio che integra specialisti ad un laboratorio analisi specialistico ultra moderno diretto dalla Dottoressa Ilaria Ortensi Dottore di Ricerca in Biotecnologie della Riproduzione Umana all’Università La Sapienza di Roma “l’approccio nei soggetti affetti da azoospermia, ossia la totale assenza di spermatozoi nel liquido seminale prevede una serie di indagini andrologiche (ormonali, genetiche, biologiche ed ecografiche) per individuare se la causa del problema sia funzionale o meccanica. Nel caso in cui la disfunzione sia dovuta ad una ostruzione si può tentare la ricostruzione delle vie seminali con un approccio microchirurgico, il che permette agli spermatozoi di ritrovare la strada verso l’esterno. Nel corso dell’intervento inoltre si prelevano spermatozoi da avviare alla crioconservazione nel caso sia necessario un successivo intervento di inseminazione artificiale. Ma la microchirurgia viene incontro ai pazienti anche nei casi non ostruttivi: con l’uso di un mezzo ottico di ingrandimento chiamato Micro-TESE il medico può prelevare i tubuli seminiferi e i preziosi gameti”.

L’esame obiettivo prende in considerazione altezza, peso e la presenza di obesità che si associa spesso sia ad un ridotto volume dei testicoli che ad una riduzione nella produzione di spermatozoi. Dell’epidemia di obesità si è occupato anche uno studio pubblicato quest’anno su Frontiers in Physiology ha riportato come il grave aumento di peso sia correlato ad un aumento dei livelli di proteine infiammatorie nel liquido seminale, peggiore qualità degli spermatozoi e ridotti livelli di testosterone in maniera direttamente proporzionale all’aumento del BMI.

La capacità di procreare è minacciata da moltissimi fattori: endocrini, genetici, patologie autoimmuni, infezioni, malattie sessualmente trasmesse, obesità a cui si aggiungono fattori ambientali come fumo, alcol, uso di droghe, esposizione a sostanze chimiche in ambiente lavorativo.
Nella valutazione della fertilità maschile è fondamentale una anamnesi accurata che indaghi la storia familiare e riproduttiva, l’esistenza di patologie croniche o genetiche, di malattie o interventi chirurgici dell’apparato uro-genitale. Le domande devono comprendere anche stili di vita, abitudini sessuali e valutazione del tipo di occupazione e di rischi legati all’attività professionale.
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