URBINO Conferita ieri durante la seduta del consiglio comunale la cittadinanza onoraria al professore Ilvo Diamanti. Originario di Cuneo il suo legame con Urbino risale a oltre trenta anni fa: è stato professore ordinario di scienza politica nella facoltà di Scienze politiche dell’ateneo ducale, dove ha svolto anche il ruolo di pro-rettore alle relazioni internazionali e territorio.
Ha fondato e diretto il laboratorio di studi politici e sociali Lapolis, che si occupa di formazione e di ricerca in ambito nazionale e internazionale. Oltre che del corso di alta formazione in opinione pubblica e rappresentanza (Opera), è stato anche coordinatore del dottorato di ricerca in sociologia dei fenomeni culturali e dei processi normativi dal 2001 al 2003.
«Ha elevato Urbino»
«Le motivazioni di questa cittadinanza onoraria sono numerose – ha sottolineato il presidente del consiglio comunale Massimiliano Sirotti –. Ilvo Diamanti, è stata una figura particolarmente importante per la città di Urbino. È stato un docente della nostra università e ha portato il nome di Urbino a livello nazionale e anche internazionale elevandone il livello accademico. Il 27 novembre è stato votato all’unanimità il conferimento di questo prestigioso riconoscimento al professore Diamanti. Lo merita come accademico, come studioso, come giornalista e importante editorialista. Per la nostra città è una giornata importante».
Il sindaco Maurizio Gambini ha invitato Diamanti a «dare suggerimenti e spunti per la città vista la sua esperienza per lavorare al meglio dopo il riconoscimento di capoluogo di provincia».
L'omaggio del rettore
Presente al conferimento della cittadinanza il rettore dell’università Carlo Bo Giorgio Calcagnini. «Un riconoscimento che va ad un collega e ascoltando le motivazioni mi trovo in linea con queste - ha dichiarato -.
L’attaccamento alla città
Un attaccamento a Urbino, quello di Diamanti che è tornato chiaro anche nelle sue parole. «Questo riconoscimento credo sia il riconoscimento di una realtà vera: io sono di Urbino - ha affermato -. Sono arrivato qui più di trent’anni fa e devo ammettere che quando sono arrivato, la prima volta, viste le mura e i torricini, vista la città che brulicava di studenti, ho subito pensato: “Io da qui non me ne andrò mai più”. Urbino non deve rinunciare a sé stessa, non deve rinunciare alla propria storia e deve sottolineare il fatto che la propria storia è anche il presente e su questo presente si fonda il futuro, fatto di studi, di scienza, di ricerca e di bellezza».