FANO Più che di un accordo sugli aspetti contrattuali degli educatori socio-pedagocici, si tratta di un disaccordo. Sono proprio i diretti interessati a contestare i contenuti delle misure concordate dall’Ambito territoriale sociale 6 e dai sindacati unitari, sostenendo che recepiscono solo in minima parte o per nulla le loro richieste.
«Dissenso netto»
Il personale che segue studenti con disabilità e con fragilità esprime un «netto dissenso», lamentando di essere stato scavalcato e chiedendo una revisione della delibera riguardante l’accordo in questione. Alcuni mesi addietro gli operatori avevano avviato una vertenza, culminata con una manifestazione pubblica in piazza Amiani a Fano. L’esito della controversia non è, in tutta evidenza, quello atteso. Il comitato per i diritti degli educatori professionali nelle Marche premette che la richiesta di un confronto con i servizi educativi e sociali a Fano è stata una sua autonoma iniziativa; l’idea era di partecipare al tavolo tecnico sull’adeguamento contrattuale e di valutare l’eventuale disponibilità verso le istanze della categoria. «Tuttavia – spiega il comitato – nella successiva fase di contrattazione gli educatori sono stati esclusi dalla discussione della delibera, che ha avuto come unici interlocutori i sindacati». In altre parole un «dialogo praticamente inesistente, sia in fase preliminare sia in itinere: mai gli educatori sono mai stati interpellati in merito ai contenuti, né tantomeno per validare le proposte che i sindacati intendevano proporre». Risultato? «Un documento – continua il comitato – difforme dalle richieste iniziali degli educatori, che non ne soddisfa le aspettative, coinvolgendo un numero insignificante di operatori con concessioni di fatto solo figurative e non sostanziali».
«Ci danno un contentino»
Ulteriore questione che ha generato dissapore tra gli educatori professionali: il recupero delle ore perse, qualora lo studente da seguire sia assente. «All’educatore – prosegue la nota – è chiesto di recarsi anche a domicilio, senza garanzia di rimborso spese e con tutte le difficoltà di integrazione con un orario lavorativo già molto complicato». I risultati della contrattazione sono dunque considerati un «contentino inadeguato rispetto alle reali necessità degli educatori e non definibile come migliorativo. Non solo per mancanza di risorse, ma soprattutto per il mancato ascolto dei diretti interessati, tagliati fuori sia dal Comune di Fano sia dai sindacati». L’adeguamento contrattuale è quindi «inaccettabile e non condivisibile. Anzi, offensivo».