Vaccinato il 95% dei bimbi, oggi ultimo giorno. Grillo: «Niente scuola senza copertura»

Vaccinato il 95% dei bimbi, oggi ultimo giorno. Grillo: «Niente scuola senza copertura»
Vaccinato il 95% dei bimbi, oggi ultimo giorno. Grillo: «Niente scuola senza copertura»
6 Minuti di Lettura
Lunedì 11 Marzo 2019, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 19:54

Una rilevazione di medio termine per valutare l'impatto della Legge sulle vaccinazioni obbligatorie nelle coorti di bambini nati negli anni 2015, 2014 e 2010 è stata pubblicata sul sito del Ministero della Salute. In aumento nei primi sei mesi del 2018 le coperture vaccinali dei bambini in Italia rispetto ai dati al 31 dicembre 2017; in diversi casi è stata raggiunta e superata la soglia minima raccomandata dall'Organizzazione mondiale della sanità pari al 95%. L'aumento è ancora più marcato nel caso della copertura per la prima dose di vaccino contro il morbillo, che arriva al 94,15%, con un +2,30%; sei le regioni che superano il 95% e altre tre vi si avvicinano.  In particolare, la copertura nazionale per i bimbi nati nel 2015 nei confronti della polio supera il 95% (95,46%), guadagnando un +0,85% rispetto alla rilevazione al 31 dicembre 2017; superano la soglia del 95% anche le coperture registrate in 13 regioni.

Grillo, no a Salvini. Vaccini, il ministro Giulia Grillo ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica in cui spiega quali sono le priorità, chiudendo sostanzialmente la porta alle richieste del vicepremier Matteo Salvini. «Senza vaccino, niente scuola», questo il messaggio forte.

Vaccini, Salvini: «A scuola anche i bimbi non coperti». No dei presidi, il 10 marzo scadenza

 



«Ora tutti hanno avuto il tempo per mettersi in pari». È perentorio il ministro della Salute, Giulia Grillo, che in un'intervista a la Repubblica oggi conferma: «Senza vaccino, niente scuola». E sul morbillo annuncia: «C'è un'epidemia in atto. E quindi sul morbillo bisogna tenere misure obbligatorie. Ma dobbiamo anche lavorare per convincere i cittadini a fare una cosa positiva per la loro salute, non imporre». Grillo parla della richiesta del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, di prorogare il termine di oggi per presentare la documentazione attestante le vaccinazioni nella fascia 0-6 anni. «Non capisco il perché di quelle parole - dice - Di certo ora non c'era l'urgenza di fare un decreto per togliere l'obbligo. Con Coletto, sottosegretario della Lega, c'è una buona sintonia. Siamo tutti persone responsabili, consapevoli del valore della scienza. La prima proroga l'aveva fatta il precedente Governo perché non aveva attivato l'Anagrafe nazionale. Noi abbiamo prorogato ancora perché eravamo appena arrivati e restavano le stesse criticità burocratiche. Ora tutti hanno avuto il tempo per mettersi in pari». Oggi quindi entrano in asili nido e materne solo i vaccinati. «I dati precisi arriveranno nei prossimi giorni dalle scuole - prosegue il ministro - Non saranno grandi numeri, come hanno dimostrato i controlli a campione dei Nas sulle autocertificazioni. Va considerato che molte Regioni hanno già fatto le verifiche con le anagrafi informatizzate e che anche le altre si sono comunque mosse. I genitori sono molto più responsabili di quanto spesso si racconta. Quelli che non vogliono vaccinare sono una esigua minoranza».

Ma come sarà la prossima legge in discussione in Parlamento? «Non un atto di urgenza, come quello di Lorenzin - risponde Grillo - ma una normativa-quadro basata sui dati epidemiologici del Piano nazionale di prevenzione vaccinale. Usare l'obbligo è un fatto politico, non scientifico. Bisogna agire in base alle condizioni epidemiologiche: oggi ci potrebbe essere bisogno di introdurlo contro una malattia, domani contro un'altra». La legge Lorenzin «è stata una misura emergenziale - prosegue il ministro - nata dalla necessità di colmare un gap di coperture creatosi in diversi anni precedenti e da quella di rispondere all'epidemia di morbillo. I dati sono migliorati per i nuovi nati, ma il dl Lorenzin non può incidere sui giovani adulti vulnerabili, quelli fuori dall'età scolastica. Questa è la critica principale a quella legge: aver puntato tutto e solo sull'obbligo sperando che bastasse. Sulla consapevolezza, più che l'obbligo in sé ha funzionato il dibattito che si è scatenato in questi anni». Se fosse in vigore la nuova legge, come ci si comporterebbe con il morbillo? «C'è un'epidemia in atto - puntualizza Grillo - E quindi sul morbillo bisogna tenere misure obbligatorie. Ma dobbiamo anche lavorare per convincere i cittadini a fare una cosa positiva per la loro salute, non imporre». Il nuovo Piano anti morbillo prevede l'obbligo di vaccinazione per concorsi come quelli per le forze dell'ordine, misure «in parte già esistenti, ma inserite in diverse norme. Vanno quindi messe a sistema. È imbarazzante che nel nostro Paese siano morti di morbillo degli adulti. Significa che il tema è stato trascurato per troppi anni». Infine, sulle critiche dai no vax il ministro precisa: «Mi dispiace che a suo tempo qualcuno abbia confuso la nostra contrarietà al decreto Lorenzin con una contrarietà ai vaccini. Ho le spalle forti e sono coerente».

A SCUOLA CON CERTIFICATO MA NON IN ALTO ADIGE
In Alto Adige oggi non ci saranno né esclusioni né sanzioni, nonostante in tutta Italia sia scatatta l'esclusione da nidi, asili e scuole per i bambini e ragazzi senza certificato vaccinale.

Non solo, in Alto Adige i genitori avranno tempo fino all'inizio del prossimo anno scolastico, a settembre 2019, per mettere in regola i figli. «Abbiamo evitato l'esclusione dei bambini a metà dell'anno scolastico e faremo tutti i controlli del caso in rete con il comparto sanità.
Continueremo inoltre con la campagna di sensibilizzazione in atto coinvolgendo le famiglie dei bambini non vaccinati, che comunque entro settembre dovranno mettersi in regola», spiega Vincenzo Gullotta, sovrintendente scolastico per la Provincia di Bolzano. In Alto Adige le coperture vaccinali sono tra le più basse d'Italia ed i dieci vaccini obbligatori introdotti dal decreto Lorenzin non convincono. Ed i dati disponibili sul portale del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell'Istituto superiore di sanità dicono che le percentuali di vaccinati, in Alto Adige, sono lontane dalla cosiddetta immunità di gregge del 95%. Tanto che per antipoliomelite, difterite, tetano, pertosse, haemophilus influenzae di tipo B ed epatite B la copertura - dicono i dati più recenti - è dell'85%. Per morbillo, rosolia e parotite si arriva soltanto al 67%, mentre il vaccino contro il meningococco C è al 63%. Che i vaccini non convincano gli altoatesini lo dimostra anche il fatto che il Consiglio provinciale di Bolzano, nel giugno 2017, ha approvato all'unanimità un voto del consigliere Andreas P”der della destra di lingua tedesca, emendato in accordo con l'assessore provinciale alla sanità, Martha Stocker (Svp), contro le «misure coercitive per imporre le vaccinazioni» previste dal decreto Lorenzin. Il documento chiede «lo stralcio delle misure coercitive ed una campagna di sensibilizzazione ampia ed equilibrata». Non solo, lo scorso agosto una delegazione dei comitati no vax altoatesini ha consegnato al ministero della Salute a Roma 15.114 firme raccolte in tutto l'Alto Adige per chiedere l'abrogazione del decreto Lorenzin e, in subordine, l'abrogazione delle coercizioni, delle sanzioni pecuniarie e dell'obbligo di presentazione della documentazione sullo stato vaccinale dei bambini. In atto vi è comunque una campagna di sensibilizzazione e persuasione delle famiglie: «Insieme all'Asl stiamo tenendo sotto controllo la situazione e abbiamo messo in campo diversi strumenti. In futuro faremo sicuramente altri tavoli di confronto per valutare la situazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA