Femminicidi, abusi e stalking nelle Marche. In un caso su 3 l’orco è il marito. Più di 200 donne sono finite al Pronto soccorso in un anno

Nel 2022, 705 donne hanno chiesto aiuto ai Centri antiviolenza delle Marche

Femminicidi, abusi e stalking nelle Marche. In un caso su 3 l’orco è il marito
Femminicidi, abusi e stalking nelle Marche. In un caso su 3 l’orco è il marito
di Martina Marinangeli
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Giovedì 9 Novembre 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 15:10
ANCONA Il 2023 si è già bagnato del sangue di due donne, vittime di uomini a loro vicini. Concetta Marruocco, uccisa neanche un mese fa dall’ex marito Franco Panariello a Cerreto D’Esi, e Marina Luzi, freddata dal cognato Andrea Marchionni a Fossombrone. Nel 2022 i femminicidi erano stati tre, nel 2020 addirittura quattro. Esiti tragici, spesso, di una lunga scia di violenza perpetrata all’interno di quelle mura domestiche che dovrebbero rappresentare un rifugio sicuro ma che si trasformano in prigioni da cui diventa impossibile uscire. Un fenomeno, quello della violenza di genere, che ancora fatica ad emergere: tante, tantissime donne decidono di non denunciare.  

Le voci nel silenzio


Ma poi c’è la punta dell’iceberg, che ogni anno emerge sempre più dall’oceano del silenzio e della paura. Il Rapporto sulla violenza di genere della Regione, deliberato dalla giunta lunedì, registra come nel 2022 si siano rivolte ai Centri antiviolenza delle Marche 705 donne, 42 in più rispetto alle 663 del 2021. Un primo segnale di speranza che emerge dai freddi numeri. Di queste, la maggior parte è concentrata tra le province di Pesaro Urbino (245) e di Macerata (212). Segue l’Anconetano con 154 donne che si sono rivolte ai Cav per denunciare una violenza subita, mentre presentano cifre più contenute Fermo (49) e Ascoli Piceno (45).

 
L’andamento in 10 anni


Il trend nell’ultimo decennio mostra un aumento costante: dal 2012 al 2021 gli accessi sono più che raddoppiati e di nuovo in aumento nel 2022. «Questo - spiega il report - con buona probabilità può indicare un fabbisogno accresciuto, insieme al rafforzamento delle reti territoriali in grado di intercettare una porzione incrementale del fenomeno della violenza contro le donne».

Ma chi sono le vittime? Il 75% delle donne che si rivolgono ai Cav ha un’età compresa tra i 30 e i 59 anni, è di nazionalità italiana (nel 71% dei casi) ha un lavoro ed è spostata nel 40,3% dei casi, «dato che conferma come il fenomeno insista significativamente sulla sfera domestica», prosegue il dossier. E più della metà ha figli minorenni. Da un’analisi degli accessi in Pronto soccorso, emerge inoltre come le donne che hanno avuto l’indicazione di almeno una diagnosi di violenza nel 2022 siano state 208, 198 adulte e 10 minorenni.


Il profilo del maltrattante


Quanto agli autori delle violenze, sono principalmente i coniugi, con un totale di 326 casi su 874 (il 37,3%). «Ancora una evidenza a conferma, dunque, della caratteristica domestica della violenza contro le donne, che prolifera proprio nelle relazioni più intime». Si tratta per lo più di italiani tra i 40 e i 59 anni con un’occupazione stabile. I dati mostrano come in quasi la metà dei casi, gli autori della violenza non presentino particolari situazioni problematiche né dal punto di vista economico, né della salute. Invece più di un quarto si trova in una condizione di dipendenza di varia natura, come ad esempio alcol, droga, gioco d’azzardo o abuso di psicofarmaci. I primi segnali di allarme da non sottovalutare.
 

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