Boom di domande di terapie di coppia: è il rischio di contagio da Covid

Boom di domande di terapie di coppia: è il rischio di contagio da Covid
Boom di domande di terapie di coppia: è il rischio di contagio da Covid
di Giampiero Valenza
3 Minuti di Lettura
Lunedì 25 Maggio 2020, 17:42 - Ultimo aggiornamento: 18:42
Le coppie che con la routine di tutti i giorni nascondevano i propri problemi, con la quarantena hanno iniziato a vedere l’evidenza della difficoltà del rapporto in due. Quelle che invece stavano bene a causa del lockdown, è probabile che abbiano sviluppato una “erotizzazione” del loro rapporto: dunque, che abbiano fatto più sesso. A dirlo è lo psicoterapeuta-sessuologo Marco Inghilleri, vicepresidente della Società italiana di sessuologia ed educazione sessuale che spiega che fare sesso può oggi avere un nuovo alibi: il rischio di contagio.

Dottor Inghilleri, ci sono stati problemi nei rapporti di coppia durante la quarantena?

“Gli amanti e i fidanzati hanno patito questa quarantena perché sono stati messi nella condizione di non potersi vedere. Tra loro c’è stata difficoltà nel gestire una relazione affettiva profonda. In merito alla convivenza forzata, di coniugi, partner o conviventi, invece, il Covid può aver messo in evidenza delle problematicità nelle relazioni di coppia che prima non balzavano all’occhio. In questi casi c’è chi si è reso conto di un equilibrio precario che aveva, sulla base di una routine che copriva le incomprensioni o le incomunicabilità che nel frattempo, in periodo non-Covid si erano sedimentate”.

Le coppie stabili, invece?

“Abbiamo avuto un incremento notevole della domanda di terapia di coppia. L’emergenza Covid ha, nelle coppie stabili, incrementato la sessualità come erotizzazione della paura. Gli esseri umani, anziché subire un deterrente della sessualità, nelle situazioni di percepito pericolo la incrementano. La possibilità della morte ha come risposta un salto nella vita”.

Perché ci sono stati problemi di coppia?

“Specie con la quarantena forzata la coppia può aver percepito che non c’è un 'noi', che ci sono sì due monadi ma che non c’è un progetto condiviso, perché la quotidianità e gli obblighi della vita, portano la coppia a gestire e consolidarsi su un progetto. Un’altra questione che ha accesso il Covid è la riflessione che riguarda gli aspetti esistenziali della propria vita. C’è chi si domanda: ‘Io voglio veramente vivere così?’”.

Fare sesso è diventato un problema?

“Per le coppie consolidate no perché non c’è paura: se entrambi vivono e lavorano in casa non è cambiato niente. Se lavorano fuori sede, o con un’attività particolarmente intensa o a rischio di contagio, in questo periodo farlo diventa problematico. Può essere diventato più pericoloso: l’altro può diventare un problema ed essere veicolo di contagio. Sotto un punto di vista sessuale, chi praticava bondage-sadomaso continua a praticarlo. C’è stato un incremento della pornografia: molto spesso può essere la migliore soluzione che la persona è riuscito a trovare per stati depressivi o ansiogeni".

L’eccesso di informazione che ruolo ha svolto?

“L’infodemia ha incrementato le preoccupazioni ipocondriache e gli aspetti fobici e ansiosi”.
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