Sesso, per uno su cinque la prima volta a 14 anni ma senza protezione

Sesso, per uno su cinque la prima volta a 14 anni ma senza protezione
di Carla Massi
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Domenica 15 Settembre 2013, 10:48 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 22:01
Amore a 14 anni. Ma senza protezione. Senza informazioni sul virus dell’Aids, sulle infezioni e sulla contraccezione. Un adolescente su cinque ha la sua “prima volta” quando ha appena finito la scuola media. Baci, carezze, tenerezze e tanta beata ignoranza. Come dimostra un’indagine condotta per Paidòss (Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza) dal Leo Club (l’associazione giovanile dei Lions Valle del Conca Rimini) su un campione di 1400 ragazzi.

LE MALATTIE
Di anno in anno l’età si abbassa dopo un lungo periodo in cui i primi approcci con il sesso erano intorno ai 16-17 anni. L’onda ora è di nuovo in discesa ma la cresce la preoccupazione dei pediatri e dei ginecologi. Che si trovano a fronteggiare un esercito di giovani che non sanno nulla delle infezioni sessualmente trasmissibili, del virus dell’Aids e dei metodi per proteggersi. Il profilattico, infatti, anche tra i ventenni sembra essere utilizzato solo dal 40% dei ragazzi.

Si mostrano più preoccupati i maschi delle femmine. Il risultato è che il 3% dei ragazzi e il 5% delle ragazze sotto i 25 anni ha già contratto una malattia venerea. Che, se non riconosciuta in tempo, può interferire anche in modo importante sulla possibilità di avere un figlio o sulla salute generale dell’apparato sessuale. I BAMBINI «I giovani hanno una conoscenza molto scarsa della problematica - commenta Stefano Catrani, direttore dell’unità operativa di Dermatologia dell’ospedale di Rimini autore della ricerca - Faccio un esempio: solo il 40% sa che la candida colpisce una persona su quattro e solo poco più della metà è consapevole che le malattie sessualmente trasmissibili possono essere gravi a tal punto da portare alla sterilità».

Giuseppe Mele, presidente di Paidòss fa una proposta a nome dei colleghi pediatri: «E’ urgentissimo anticipare l’educazione alla sessualità in modo generalizzato e in tutte le scuole». Proposta che, nella realtà, si traduce in corsi alle elementari vista la precocità dei rapporti. «Dovrebbero partecipare anche gli insegnanti, gli assistenti sociali - aggiunge Mele - .Una sessualità così precoce richiede una particolare attenzione al tema della prevenzione oncologica del tumore del collo dell’utero. Ciò significa ripensare alle campagne di vaccinazione contro l’Hpv, papillomavirus, anticipando l’età della somministrazione e allargandola ai maschi».

LA GRAVIDANZA
Fino a qualche anno fa i pediatri sfioravano solo marginalmente il tema sessualità con i loro pazienti. Oggi, invece si trovano sempre più spesso ad affrontare, anche in modo diretto, a parlare del primo rapporto e della prevenzione sia verso le malattie che verso la gravidanza. Fenomeno, questo, che comincia a preoccupare molto sia i ginecologi che gli stessi pediatri: sono circa diecimila, ogni anno, le minorenni che restano incinte. Oltre la metà di loro, con la famiglia (ci vuole il permesso dei genitori), decide di interrompere. Non ci si stupisce se, in questa situazione, aumentano anche le mamme adolescenti. La Società italiana di ginecologia ha analizzato il profilo delle ragazze: tra le under 18 quasi il 90% di quelle che hanno un rapporto sessuale è a rischio di rimane incinta entro un anno dall’inizio dell’attività sessuale.
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