Virus, Rezza: «Se epidemia ritorna non sarà seconda ondata, ma la prima che non si è esaurita»

Rezza: «Se epidemia ritorna non sarà seconda ondata, ma la prima che non si è esaurita»
Rezza: «Se epidemia ritorna non sarà seconda ondata, ma la prima che non si è esaurita»
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Mercoledì 20 Maggio 2020, 10:19 - Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 00:37

«Sta a noi cittadini continuare a tenere comportamenti corretti di distanziamento sociale, per far sì che il livello di circolazione del virus resti basso». Per Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, l'allarme covid è tutt'altro che rientrato. Questa mattina in audizione alla Commissione Sanità del Senato, Rezza ha aggiunto che «sta alla sanità pubblica intervenire per rilevare immediatamente eventuali focolai di infezione» da Sars-Cov2 in Italia.

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«Se l'epidemia» di Covid «riemergerà non sarà una seconda ondata - dice Rezza - ma la continuazione della prima, che non si è esaurita. Parliamo di ondate epidemiche perché, per analogia, facciamo riferimento all'influenza spagnola - spiega - ma lì ci fu una prima ondata che saturò gran parte della popolazione». In questo caso «grazie agli interventi di lockdown, un provvedimento molto duro, ma che ha dato i suoi effetti diminuendo i casi di infezione e malattia - sottolinea l'epidemiologo - abbiamo interrotto questa ondata. E la gran parte della popolazione resta suscettibile» al virus. 

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«Dal punto di vista concettuale il test rapido è magnifico: faccio un test sul sangue capillare, vedo se sono positivo o negativo, potrei farmelo anche da solo. Invece purtroppo non è così, perché i test rapidi al momento sono molto meno affidabili dei test sierologici» su prelievo venoso per la rilevazione degli anticorpi contro il coronavirus Sars-Cov-2. «Sono sempre dei test sierologici, ma vengono effettuati e danno risultato in breve tempo. Con alcuni di questi test rapidi, però, è addirittura come gettare una monetina in aria. È questo il problema maggiore», continua Rezza.

«Naturalmente - ragiona - anche su questo la tecnologia e l'innovazione fanno grossi passi avanti rapidamente, in tempi di pandemia tanto più, e potrebbero già esserci test rapidi affidabili, magari non sono stati ancora valutati e validati a dovere al momento. Però ci sono molte perplessità attualmente sull'uso dei test rapidi. Questo è da sottolineare. Per uno screening degli asintomatici con questo test, il problema è maggiore. È logico che, se dobbiamo anticipare il virus e non rincorrerlo, dobbiamo andare verso l'individuazione delle persone asintomatiche o pre-sintomatiche. Su questa strategia non discuto, ho perplessità sull'uso dei test che possano aiutare questa strategia».

«La modalità del cerotto per un vaccino anti Covid-19 potrebbe essere utile per facilitare una produzione su larga scala e anche per la somministrazione molto semplice e rapida, ma aspettiamo i risultati di sicurezza ed efficacia su questo e altri candidati vaccini in fase di sperimentazione umana per valutare quale sia la strategia migliore. Speriamo che un vaccino possa aver successo in tempi relativamente brevi». È quanto ha spiegato Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, oggi durante le audizioni informali in Commissione Sanità del Senato. Il vaccino contro il coronavirus Sars-Cov-2 è «un argomento che mi sta particolarmente a cuore - ha sottolineato Rezza - In questo momento stiamo contenendo l'infezione con interventi gravosi per i singoli, per le famiglie e per l'economia del Paese e vorremmo uscire fuori dall'epidemia avendo a disposizione un vaccino sicuro ed efficace». 

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