Covid, lo psichiatra: «Un terzo in più di persone avrà disturbi mentali legati alla pandemia»

Massimo Di Giannantonio
Massimo Di Giannantonio
di Giampiero Valenza
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Martedì 12 Maggio 2020, 11:13

Più depressi, più ansiosi, più preoccupati. Il quadro della salute mentale di chi esce dalla quarantena non è edificante. Anzi, la situazione continua ad essere critica perché, dopo due mesi chiusi in casa ci si è esposti al rischio di maggiori disturbi della psiche. “Notiamo un aumento delle persone che stanno chiedendo aiuto ai professionisti della salute mentale per situazioni legate al Covid-19, non solo per persone che ne sono rimaste affette o per chi ha avuto un parente morto per la malattia, ma anche per coloro i quali sono rimasti in quarantena”, spiega Massimo Di Giannantonio, psichiatra, presidente della Società italiana di psichiaria.

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Professor Di Giannantonio, qual è il profilo della persona che si sta avvicinando ai servizi di salute mentale?
“L’aumento è e sarà vertiginoso. Stimiamo come avremo un terzo in più delle persone che soffriranno di disturbi mentali derivati dalla pandemia. A chiederci aiuto sono, indistintamente, tutte le fasce d’età. Molti sono colpiti da depressione perché hanno perso tutto, oltre agli affetti anche il lavoro, e non sanno come ripartire”.



Quali sono le maggiori paure nella vita di tutti i giorni?
“Si ha paura di camminare in strada e incrociare persone lungo il tragitto, ma anche fare la spesa e comprare i prodotti sfusi come frutta e verdura. Le ansie sono quelle legate alle azioni della vita di tutti i giorni. L’uso di spazi ed aree comuni può incidere molto in questo sentimento. Se da una parte è giusto rispettare le norme contro la diffusione del contagio, dall’altra, bisogna stare molto attenti quando si sfocia in una patologia”.

Quando diventa patologico?
“Tutte le volte che l’atteggiamento diventa ossessivo e morboso, per esempio. Bisogna prestare attenzione, lavandosi le mani e avendo i dispositivi di protezione individuale. Ma è necessario avere la giusta cura, non farla diventare una malattia”.

E’ un comportamento reversibile?
“Sì, nei casi più lievi può scomparire a breve. Se l’atteggiamento dura più di due o tre settimane, dunque si è con una sintomatologia più grave, è necessario l’aiuto di uno psichiatra”.

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