FERMO Incidenti sul lavoro, dopo l’ovvio freno durante il periodo del Covid, a mano a mano l’emergenza è tornata a crescere. Che fare? Fra le iniziative quella della Prefettura che con il nuovo prefetto Edoardo D’Alascio ha varato la costituzione del Tavolo di coordinamento provinciale per la legalità e la prevenzione della sicurezza sul lavoro. «Il Tavolo - rimarca la Prefettura - si prefigge lo scopo di monitorare la situazione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con particolare attenzione al dato statistico, di analizzare il fenomeno e di organizzare utili iniziative in materia di sicurezza sul lavoro, rivolte ai giovani e ai giovanissimi studenti, con il supporto degli istituti scolastici».
Il quadro
«L'iniziativa - ribadisce lo stesso D'Alascio - mira a incrementare l'impegno di tutte le istituzioni e del privato sociale per assicurare sempre più elevati standard di sicurezza sui luoghi di lavoro, condividendo, nell'ambito del coordinamento in Prefettura, idee e progettualità divulgative delle regole da rispettare per assicurare un ambiente di lavoro sicuro». All’incontro anche il Comune e la Provincia, le forze dell'ordine, il comando provinciale dei vigili del fuoco, i rappresentanti dell'Ispettorato del lavoro, dell'Inps, dell'Ast e il presidente di Confindustria Fermo. Con loro i sindacati e l’Ance, l’associazione dei costruttori edili che si occupano dei cantieri, fra i luoghi più a rischio sul fronte degli incidenti. D’altra parte, in base all’aspettativa di vita e all’età pensionabile, mediamente si passano circa 10mila giorni sul posto di lavoro. Più tempo con i colleghi che con la famiglia. «Un luogo di lavoro salutare - rimarca il direttore generale di Cna di Fermo Andrea Caranfa - rende più efficienti, creativi e flessibili i lavoratori e allo stesso tempo aumenta la produttività delle imprese, tutelando il loro patrimonio umano».
Le ore
«Nel nostro lavoro quotidiano rileviamo una maggiore attenzione nei confronti del tema della sicurezza sul lavoro – dice ancora Caranfa affiancato dal responsabile del Dipartimento sicurezza Massimiliano Felicioni -- le imprese e i lavoratori ci contattano per avviare percorsi di informazione, formazione e addestramento, per conoscere buone pratiche da adottare. Sensibilità e impegno maggiori che hanno come obiettivo riduzione ed eliminazione di infortuni e morti sul lavoro, oltre alla semplificazione della comprensione e applicazione delle normative». E qui sta il punto: «A fronte di un gran numero di normative, l’interpretazione e applicazione sono ancora oggi troppo soggettive, difficili e a volte controverse. «Basti pensare - spiega Felicioni - che per comprendere pienamente il Testo unico della sicurezza o essere in grado di spiegare l’applicazione delle varie circolari, occorrono anni e anni di studio nel settore o possedere competenze da giuslavoristi. Siamo convinti della necessità che la normativa vada adattata al tessuto economico visto che, come rilevato da Unioncamere, nelle Marche il 90% delle imprese artigiane ha meno di 10 dipendenti e in molte di esse il datore di lavoro è il primo lavoratore. Questo significa che la buona volontà non riesce a sopperire alla difficoltà di applicazione di una normativa molto spesso tarata sulla media e grande industria. La semplificazione della normativa non deve ridurre la sicurezza, ma la difficoltà di attuazione di tali misure, garantendo un diritto e dovere di tutti: la sicurezza sul lavoro».