Trapianti, al via la campagna di sensibilizzazione: Italia seconda in Europa per donazioni di organi

Trapianti, al via la campagna di sensibilizzazione: Italia seconda in Europa per donazioni di organi
di Luisa Mosello
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Lunedì 26 Ottobre 2015, 12:42 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 12:06
Un regalo di vita. Un gesto di amore e generosità assoluta. La donazione di un organo è concretamente un atto di umanità e di responsabilità, di altissimo livello civile.

In Italia il numero dei donatori d’organi supera del 25% la media europea, percentuale inferiore in Europa solo alla Spagna, e nel 2014 il numero di organi trapiantati è aumentato passando da 3.068 dell’anno precedente a 3.135. Chi riceve questo dono, oltre ad avere una gratitudine immensa nei confronti della persona che ha permesso questo grande miracolo attraverso i progressi della scienza medica, deve "tornare davvero a vivere" cosa spesso non facile perché dopo un trapianto, per avere una lunga prospettiva con la migliore qualità di vita possibile, occorre seguire attentamente la terapia che in casi come questo rappresenta un vero e proprio "farmaco salvavita". Non sempre però i pazienti trapiantati hanno le informazioni necessarie, e perché poco informati o scarsamente motivati possono mettere a rischio il successo clinico del trapianto. Infatti una delle principali cause di non efficacia delle cure è associata a un aumentato rischio di mortalità oltre che di rigetto e perdita dell’organo.

LA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE
Ecco allora “Aderisco Perché”, la prima campagna di sensibilizzazione sull’aderenza alle terapie rivolta ai pazienti trapiantati d’organo e alle loro famiglie, promossa dall'Aido, Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule, Aned (Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto), EpaC Onlus, Sin (Società Italiana di Nefrologia) e Sito (Società Italiana di Trapianti d’Organo), e realizzata grazie al supporto di Astellas. L'iniziativa si muove attraverso le testimonianze di Marianna, Giuseppe, Marco, Francesco ed Eugenio, i cinque testimonial del libro “Aderisco Perché. Storie vissute per chi ha una storia ancora tutta da vivere”, ideato e pensato per aiutare i pazienti trapiantati a seguire con costanza e determinazione il percorso di cura. Le loro motivazioni? “Aderisco perché lo devo a chi mi vuole bene... perché viaggiare è la mia passione... perché posso continuare ad essere me stesso", e via di questo passo (vitale). «La perdita dell’organo trapiantato, dovuta alla non aderenza alla terapia immunosoppressiva, è un dato che la letteratura più recente ha evidenziato ed esiste il rischio concreto che i pazienti manipolino le terapie fino ad arrivare a sospenderle – osserva Valentina Paris, Presidente dell'Aned – gli ostacoli sono due: da una parte la cronicità e la ripetitività della terapia che deve essere assunta per tutta la vita comporta una stanchezza quasi fisiologica, dall’altra il fatto che se succede una tantum di dimenticare la pasticca sembra in apparenza che non succeda niente all’organo o quanto meno dai controlli del sangue le conseguenze non sono immediatamente rilevate. Tutto questo induce il paziente a pensare che “forse i farmaci non servono più”.

PIÙ CONSAPEVOLEZZA E INFORMAZIONE SULLA DONAZIONE DI ORGANI
Tante le cause di queste "dimenticanze". Da una parte c'é il paziente che spesso ha una scarsa consapevolezza e percezione della propria malattia, dall'altra gli operatori sanitari che a volte non sono abbastanza convincenti e non forniscono a sufficienza gli strumenti ai loro assistiti perché abbiano una concreta cura di se stessi. «Il medico ha un’arma molto semplice e diretta per far capire al paziente trapiantato l’importanza di aderire alla terapia immunosoppressiva – spiega Antonio Santoro, Presidente della Società Italiana di Nefrologia – in primo luogo ricordargli la dialisi e che la non aderenza significa rigetto e ritorno ai trattamenti dialitici; in secondo luogo, far leva sul fatto che avere ricevuto in dono un organo è stato un colpo di fortuna enorme e che questo dono va preservato in tutti i modi, specie se è arrivato da un vivente che ha messo a rischio la sua stessa salute per aiutarlo a rivivere». E anche se l'Italia a livello europeo é al secondo posto, dopo la Spagna, per numero di donatori d’organo post- mortem e da viventi, serve informare e sensibilizzare in maniera costante sul tema della donazione tra l’opinione pubblica, i pazienti in lista d’attesa e le loro famiglie. Come sottolinea Vincenzo Passarelli, Presidente dell'Aido: «L’informazione riveste un ruolo importante perché serve a superare paure e pregiudizi che di solito, accompagnandosi a sfiducia e timori di diverso ordine, creano diffidenza verso la donazione. È necessario stimolare la discussione su questo tema tanto importante e lavorare su quelle persone che non sono di per sé contrarie ma nemmeno sufficientemente informate e, quindi, decise».