ASCOLI C'è un tesoro nascosto al di sotto della chiesa di San Vittore: 31 tombe e un antico muro che rivelano con ogni probabilità una preesistente chiesa paleocristiana. La scoperta è avvenuta durante i lavori per la ristrutturazione dell'edificio religioso: un intervento da circa un milione di euro in parte concesso dall’Ufficio Speciale Ricostruzione e in parte proveniente dai fondi dell'otto per mille.
Lo stop
Al momento i lavori, avviati due anni fa, sono fermi in attesa delle indagini della Soprintendenza.
Il manoscritto
Le vicende di questo sito raccontano tante curiosità: dall’iscrizione presente su un concio di travertino (e di probabile età paleocristiana) fino al manoscritto del 1202 in cui risultava annesso uno “spedale”, dalla torre che divenne “mozza” a causa di un fulmine a ciel sereno che l'11 agosto 1500 abbatté il campanile, fino alle reliquie qui custodite, tra cui la mandibola di San Vittore. Nel frattempo vanno avanti gli interventi per la Cattedrale. I lavori consistono nel restauro conservativo, consolidamento e miglioramento sismico volti alla riparazione dei danni conseguenti dal sisma del 2016. Le operazioni sono eseguite dall'impresa Gaspari, direttori dei lavori sono l'architetto Daniele Di Flavio e l'ingegner Paolo Ferri.
Il Duomo
«È stato già smontato un quarto del tetto della navata laterale sinistra – afferma Di Flavio, già alla guida del restauro della cripta del duomo -. Abbiamo avuto qualche problema a causa di vecchi interventi non proprio "ideali", ma i lavori proseguono e sono già state applicate le prime fibre di rinforzo in basalto. Quando lavoreremo nella navata centrale sulla parte davanti all'altare, forse e sottolineo forse, sospenderanno le messe e allora si potrà valutare una eventuale chiusura per accelerare le ultime fasi di smontaggio impalcature e ripristino, ma lo valuteremo tra un anno. In ogni caso sarà una chiusura per un breve periodo».
Le catacombe
E proseguono anche gli interventi nel cimitero ipogeo della cattedrale, luogo più conosciuto come catacombe, finanziati dalla Fondazione Carisap. «Si stanno sistemando le vie di accesso, dopo gli scavi, e si sta predisponendo il nuovo impianto di illuminazione», aggiunge il direttore. Dagli scavi sono affiorati ritrovamenti che gettano nuova luce sull'assetto dell'area: due domus di età repubblicana demolite all'epoca per far spazio a edifici di età augustea sui quali si è poi poggiata la costruzione della prima chiesa, oltre alla base di una capanna e due vasche di forma circolare utilizzate in epoca picena per la lavorazione dell'argilla. Questi dati confermano una frequentazione della zona più antica dell’urbanizzazione di epoca romana repubblicana, finora non conosciuta.