ASCOLI - Un quindicenne ascolano è finito al centro di un’inchiesta portata avanti dalla polizia postale che stava indagando su un traffico a livello nazionale di materiale pedopornografico. Qualche giorno fa, di prima mattina, gli agenti di Ascoli, hanno suonato al campanello dell’abitazione di un cinquantenne ascolano che risultava l’intestatario di una utenza telefonica che, a seguito delle indagini, risultava aver avuto uno scambio di foto e video dal contenuto pedopornografico.
I poliziotti hanno poi accertato che il telefono era utilizzato dal figlio quindicenne seppur fosse intestato al padre.
Gli accertamenti
Nel corso degli accertamenti, tra gli utenti con cui ci sarebbero stati dei contatti, sarebbe emerso anche l’account riconducibile all’adolescente ascolano coinvolto, quindi, nelle indagini. Durante la perquisizione, avvenuta alla presenza del difensore di fiducia, l’avvocato ascolano Simone Fioravanti, gli agenti hanno trovato nelle chat, la presenza di una decina di video in cui erano riprese scene di sesso in cui erano coinvolti dei minori e che il giovane ascolano aveva ricevuto lo scorso anno.
I dispositivi
Gli agenti, pertanto, hanno provveduto inoltre a scollegare i dispositivi che erano stati associati all’account riconducibile al ragazzo e tutto il materiale rinvenuto, ovvero i filamati e i supporti informatici, sono stati posti sotto sequestro e messi a disposizione dell’autorità giudiziaria. Quanto accertato ed è emerso a seguito delle indagini, è stato informato il tribunale per i minorenni di Ancona la cui Procura ha aperto un indagine nei confronti dell’adolescente che è stato iscritto sul registro degli indagati per detenzione di materiale pedopornografico.