«Questa ragazza non è pericolosa per uno spinello». Il Foglio di via del questore annullato dal Tar

«Questa ragazza non è pericolosa per uno spinello». Il Foglio di via annullato dai giudici
«Questa ragazza non è pericolosa per uno spinello». Il Foglio di via annullato dai giudici
di Federica Serfilippi
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Lunedì 6 Maggio 2024, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 12:28

ANCONA Viene trovata con uno spinello di hashish, il questore la esilia da Ancona per un anno. Lei, residente in Liguria, fa ricorso al Tar contro il foglio di via e vince: la misura di prevenzione va annullata. «Non è una persona pericolosa», la sintesi con cui i giudici del Tribunale amministrativo delle Marche hanno accolto i reclami della ricorrente. La donna era stata fermata dalla polizia il 14 novembre del 2023. Era stata trovata in possesso di uno spinello contenente tabacco e hashish del peso lordo complessivo di 0,54 grammi. Al sequestro della sostanza, aveva fatto seguito la notifica, il 31 gennaio 2024, del foglio di via.

Il pugno di ferro

Un provvedimento preso dal questore Cesare Capocasa sulla scorta di diversi elementi: la donna era stata fermata in una "zona notoriamente frequentata da tossicodipendenti e persone coinvolte nell’attività illegale di compravendita di droga"; erano state considerate anche le "modalità circospette di comportamento, unite al tentativo di sottrarsi alla vista degli operanti".

Non da ultimo, la presenza in città era stata collegata, in virtù della zona frequentata, "alla compravendita di sostanze stupefacenti". Tutto questo aveva portato a classificare la ligure come una "persona socialmente pericolosa". La ricorrente, sostenuta dall'avvocato Daniele Labbate, ha sostenuto l'eccessiva gravità del provvedimento disposto dal questore rispetto alla tenuità del fatto contestato, ovvero il possesso dello spinello.

«Nel caso all’esame - spiegano i giudici del Tar - dalle evidenze probatorie non emerge in alcun modo che la ricorrente sia dedita a traffici delittuosi, viva abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose, sia dedita alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l’integrità fisica o morale dei minorenni, la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica». Viceversa, è emerso che la donna era ad Ancona «per motivi legati alla sua attività professionale». E ancora: «Nemmeno il requisito della pericolosità sociale può essere ricondotto all’unico episodio contestato, dal quale emerge una particolare tenuità dato che il peso lordo della sigaretta contenente cannabis era di poco più di mezzo grammo».

Neppure la condizione del quartiere dove è avvenuto il controllo (presumibilmente al Piano), «oggetto di assidui (e lodevoli) controlli da parte delle forze dell’ordine per i fenomeni di spaccio ivi diffusi o l’accompagnamento, nella specie potenzialmente occasionale, con soggetto “compromesso”, possono attribuire alla ricorrente in via oggettiva la condizione di pericolosità, che riveste, viceversa, carattere necessariamente soggettivo». Per tutti questi motivi, il ricorso della ligure è stato accolto.

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