ANCONA L’hanno trovato steso a terra, svenuto dal dolore, nei pressi del parco del Pincio, dov’è arrivato trascinandosi a fatica. Aveva le scarpe completamente insanguinate. Quando ha ripreso conoscenza e con un filo di voce ha raccontato quello che era successo, i soccorritori non riuscivano a credergli.
L’allarme
«Non ho più le dita dei piedi», diceva.
Lo choc
Così si è scoperto che non si è trattato di un infortunio sul lavoro, ma di un macabro gesto autolesionistico. Il 25enne si sarebbe volutamente amputato le dita dei piedi utilizzando un frullino, mentre si trovava da solo in casa, forse in preda ad una crisi psicotica. Poi si è infilato le scarpe ed è uscito, incamminandosi verso il Pincio. Una prima segnalazione, ieri mattina, è arrivata dalla zona di via Marini, dove qualcuno ha visto il ragazzo che si trascinava in strada e perdeva sangue. Le ricerche poi si sono concentrate a Borgo Rodi, quando un testimone si è accorto della presenza di un ragazzo all’apparenza privo di sensi nel parco e ha dato l’allarme al numero d’emergenza 112.
Le volanti della questura dorica e il personale del 118 sono sopraggiunti per soccorrere il giovane, che è stato portato d’urgenza all’ospedale di Torrette. Dove avesse gettato le dieci dita amputate è rimasto per un paio d’ore un mistero perché il paziente non ha fornito indicazioni. Nel frattempo, i poliziotti, con la collaborazione dei colleghi della Scientifica, sono riusciti a ricomporre il quadro di quello che sembrava il set di un film horror. Sotto l’abitazione del giovane è stato ritrovato un frullino, lo stesso che avrebbe utilizzato per amputarsi le dita dei piedi. Tracce ematiche sono state trovate sulle scale del suo palazzo e lungo tutto il percorso fino al parco del Pincio. L’intero appartamento era imbrattato di sangue.
Le ricerche
Gli agenti hanno passato al setaccio l’area attorno all’abitazione, fino a quando hanno rinvenuto le dita all’interno di un cassonetto dell’indifferenziata. Subito sono state prelevate e portate all’ospedale di Torrette, ma per i chirurghi è stato impossibile riconnetterle agli arti: erano inservibili e, precedentemente, le ferite erano state suturate d’urgenza per arrestare l’emorragia. Del caso è stata interessata la procura per fare luce sul passato del 25enne e capire se fosse seguito da una struttura, visti i suoi disagi psichici. Ma sul fatto che sia stato un gesto autolesionistico non vi sono dubbi.