ANCONA Insulti, botte, vessazioni. Per mesi avrebbe maltrattato la madre, anziana e malata di Alzheimer. Sarebbe arrivata ad umiliarla, lanciandole addosso perfino i suoi escrementi, come una sorta di insegnamento o di punizione per non essere in grado di badare a se stessa. «Fai schifo, ti ammazzo» le avrebbe gridato in più di una occasione, colpevolizzandola per la sua condizione di non autosufficienza.
L’udienza
E poi manate, strattonamenti, gesti violenti, almeno così lascerebbero intendere i segni e i lividi rinvenuti sul corpo della donna.
Ad accorgersi dei presunti maltrattamenti è stata, nel 2022, l’altra figlia dell’88enne, insospettita dai segni trovati addosso alla madre. Così ha deciso di sporgere denuncia. I fatti sarebbero proseguiti fino a quando il pm Marco Pucilli ha chiesto e ottenuto dal gip il divieto di avvicinamento dell’imputata all’anziana, per la quale è stato nominato un amministratore di sostegno, l’avvocato Emanuele Giuliani, che per suo conto si è costituito parte civile tramite l’avvocato Tiziano Consoli.
Offese, botte, condotte violente: sarebbe stato tutto impresso in audio e in filmati raccolti con registratori sonori e spycam piazzate all’interno dell’abitazione durante le indagini, dopo la denuncia fatta ai carabinieri. La 68enne avrebbe maltrattato, insultato e sgridato ad alta voce la madre (ora assistita da una badante), arrivando ad umiliarla e a minacciarla di morte mentre la accudiva in casa. Accuse, queste, che dovranno essere dimostrate nel giudizio abbreviato, nel quale l’imputata ha chiesto di essere ascoltata per difendersi da quelli che ritiene addebiti infondati.