Il rene arriva in Porsche ma non è quello giusto: il trapianto deve saltare

Il rene arriva in Porsche ma non è quello giusto: il trapianto deve saltare
Il rene arriva in Porsche ma non è quello giusto: il trapianto deve saltare
di Stefano Rispoli e Claudio Comirato
3 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Dicembre 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 07:00

ANCONA Il paziente designato era già in sala operatoria, carico di speranze, pronto a ricevere un nuovo rene che avrebbe messo fine al calvario della dialisi. Ma l’organo arrivato a tutta velocità a Torrette da un ospedale della Lombardia, a bordo di una Porsche Panamera adibita al trasporto, era quello sbagliato, già giudicato inservibile in partenza. E così il trapianto è saltato. Il dono di Natale, prezioso e inaspettato, si è trasformato in una beffa per il paziente, costretto a rinviare l’appuntamento con l’intervento chirurgico, non per responsabilità dell’ospedale regionale né del Centro trapianti delle Marche.

I fatti

Era tutto pronto nella Sod di Nefrologia, Dialisi e Trapianto di rene di Torrette, diretta dal dottor Andrea Ranghino.

Ma la sera dell’antivigilia di Natale si è materializzata l’amara sorpresa. Dei due reni prelevati, solo uno era stato ritenuto trapiantabile, alla luce delle indagini e di una biopsia svolte nell’ospedale lombardo, moltoapprofondite perché il donatore in morte cerebrale aveva un’età avanzata. Ma per motivi da accertare, a Torrette è arrivato l’organo inutilizzabile.

La corsa contro il tempo

Il Nord Italia Transplant (NITp) di Milano, prima organizzazione di coordinamento del prelievo e trapianto di organi e tessuti nel territorio nazionale, si è subito attivato per inviare il rene giusto con un trasporto aereo. Ma a quel punto non c’erano più i tempi tecnici: il prelievo era avvenuto alle 4,30 del mattino e l’organo sarebbe arrivato in elicottero nella notte, troppo tardi. Il primario della Nefrologia, insieme alla sua équipe, hanno ritenuto di non poter procedere all’intervento chirurgico: il rene, infatti, sarebbe stato trapiantato con un numero eccessivo di ore di ischemia fredda. Non esistono regole valide in assoluto, ma generalmente per un donatore marginale (cioè deceduto a un’età superiore ai 55 anni) si preferisce stare sotto le 15 ore.

Nel caso in questione si sarebbero superate le 20 ore e si sarebbe andati incontro a rischi non accettabili di “primary non funcion” per un paziente in attesa di un organo non salvavita. Almeno questa è stata la valutazione dello staff medico di Torrette - fatta sotto l’egida del Centro nazionale trapianti e del NITp - che ha ritenuto più opportuno mantenere il paziente in dialisi ancora per un certo periodo, in attesa che si presenti una nuova possibilità, anziché sottoporlo ad un trapianto con elevata probabilità di non funzionamento dell’organo. Il rene inservibile, che non si sarebbe comunque potuto trapiantare, è stato destinato allo smaltimento. Sul disguido l’intero Programma trapianti, struttura complessa ma altamente efficace, vuol fare chiarezza, non per cercare un “colpevole”, ma per migliorare un apparato molto articolato che consente ogni anno di salvare centinaia di vite: solo nella nostra regione nel 2022 sono stati effettuati 105 trapianti d’organo (fegato, rene e combinati), un traguardo storico che premia la generosità dei donatori e l’attività del Centro trapianti delle Marche, che dal 1° gennaio sarà coordinato dal dottor Benedetto Marini dopo 11 anni di illuminata gestione della dottoressa Francesca De Pace, prossima al pensionamento.

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