Nba, battutti gli Spurs
I Thunder vedono la finale

Nba, battutti gli Spurs I Thunder vedono la finale
di Gabriele Santoro
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Martedì 5 Giugno 2012, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 10:48
ROMA – Gli eredi materiali dei Seattle SuperSonics sono a un passo dall’aggiungere un nuovo capitolo alla storia della Nba: Oklahoma, dove nel 2008 si trasferita la franchigia tre volte campione della Western Conference,

sbanca, 103-108, l’AT&T Center di San Antonio e mercoledì ha l’occasione di celebrare il primo titolo della nuova era. Kevin Durant (27 punti, 10/19, 5 assist), uomo simbolo dell’ascesa dirompente di questa realtà sportiva da studiare, infligge la terza sconfitta consecutiva agli Spurs (3-2 nella serie), mai successo nella stagione, insieme al solidissimo James Harden (20 punti, 3/4 da3, +24 di plus/minus) ed a Russell Westbrook (23 punti, 12 assist), messosi al servizio dei compagni. «Ci diamo il merito di non aver mai pensato di dover attendere il nostro turno. Il coach ha sempre enfatizzato il dovere di cogliere nell’immediato tutte le opportunità costruite sul campo. Ora possiamo realizzare il nostro sogno», sottolinea Durant. Il futuro è tutto nelle mani di questa squadra giovanissima, che nel corso dell’anno ha imparato ad esprimersi come un gruppo coeso (oggi 22 assist, dopo i 27 di gara 4) in cui ognuno offre il proprio piccolo o grande contributo. Il tris di lunghi Ibaka (9 punti, 5 rimbalzi, 2 stoppate)-Collison (6 punti, 3/3 da2)- Perkins (4 punti,10 rimbalzi) non ripete l'exploit di gara 4, ma sa rendersi utile.



La striscia di venti vittorie. E' un ricordo sfocato per i texani, che perdono 21 palloni capitalizzati in ben 28 punti dai Thunder. Per San Antonio riaffiora l’incubo del 2004, quando dopo 17 gare senza ko, con lo stesso nucleo fondamentale di giocatori Parker-Ginobili-Duncan e avanti 2-0 in finale, furono eliminati con un secco 4-2 dai Lakers. «Non si possono gettare al vento 21 possessi offensivi. Abbiamo commesso gli stessi errori delle uscite precedenti. Gli abbiamo regalato 24’ con un crollo della nostra competitività. Senza una reazione la partita di mercoledì segnerà l’epilogo», commenta Popovich. Il coach degli Spurs per accrescere l’impatto agonistico del proprio quintetto lancia per la prima volta dall’inizio Manu Ginobili (34 punti, 5/10 da3, 6 rimbalzi, 7 assist), che lo ripaga con una prestazione coraggiosa malgrado l’errore conclusivo. Il tarlo che sta intaccando il sistema si chiama Tony Parker (20 punti con 10 liberi): la stella francese, protagonista fino a gara 2, rimane sotto ai suoi standard (5/14 al tiro, 4 assist) e San Antonio non può permetterselo. Tim Duncan (18 punti, 12 rimbalzi) fattura nella ripresa l’usuale sostanziosa doppia-doppia, mentre il prezioso Gary Neal stecca (0/6 dal campo).



La partita. Gli Spurs partono forte, 11-4, approfittando delle basse percentuali dei Thunder. Collison dalla panchina sfrutta gli assist di Westbrook, già 3 in 10’, e con il sesto punto personale ribalta l’inerzia iniziale, 19-22. Nel secondo periodo Cook si inventa due triple per il + 7 Oklahoma, 33-40 al 16’. Parker e Neal girano a vuoto ed Harden vola sul +14, 36-50. All’intervallo lungo l’asse play-pivot dei padroni di casa produce appena 12 punti e gli ospiti controllano, 44-52 al 24’. Nella terza frazione va in onda il Manu Ginobili show: il fuoriclasse argentino, autore di 14 punti nel primo tempo, si scatena con tre triple e 13 punti consecutivi per il sorpasso, 69-66. Coach Scott Brooks cerca Durant, 5 punti in 24’, e il suo campione risponde presente: prima argina la furia Ginobili, poi riporta avanti i Thunder, 72-81 al 36’. In apertura dell’ultimo periodo KD ed Harden forzano il break dalla lunga distanza, 79-91. A 50” dalla sirena, 101-103, Harden gela la rimonta di Duncan, mentre Ginobili non punisce con la tripla del supplementare la brutta palla persa da Sefolosha.



Finali



Est: Miami Heat-Boston Celtics 2-2

Ovest: San Antonio Spurs-Oklahoma City Thunder 2-3
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